Addio a Paolo Padovan, storica figura del Pci a Monfalcone
Il decesso a Cattinara. Segretario del partito, vicesindaco e consigliere regionale, guidò l’Anpi locale e provinciale
Si è spento, l’altra notte, all’età di 79 anni, Paolo Padovan, figura di peso e spessore nel panorama politico monfalconese degli anni ’70 e ’80. Ha lasciato un segno distintivo ed eloquente, quale storico segretario del Partito comunista, più volte consigliere comunale, dai banchi dell’opposizione, ai tempi del secondo mandato della giunta di Giovanni Maiani, fino a ricoprire la carica di vicesindaco nel governo guidato da Luigi Blasig.
In Regione, fu consigliere e capogruppo del partito nel corso di due legislature. La sua dipartita, al Cattinara, a seguito di un arresto cardiaco, ha suscitato profondo cordoglio e l’affetto dai tanti monfalconesi e bisiachi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Lo spirito di abnegazione, la forza, la franchezza, ma anche la determinazione lo hanno sempre contraddistinto, portandolo a ricoprire anche un ruolo di punta all’interno dell’Anpi, nei primi anni 2000 quale presidente della sezione cittadina e dopo il 2010 alla guida provinciale. È stato anche vicepresidente del Consorzio per lo sviluppo industriale, all’epoca presieduto dal già sindaco Nazario Romani, tra i fondatori della Lega Navale, assieme a Nirio Bolzan, Franco Colombo ed Enzo di Vincenz.
Un uomo “tutto d’un pezzo”, lo stile del politico della “vecchia scuola”. Mutuava le parole di Giorgio Amendola dicendo «ho fatto una scelta di vita». L’impegno mai pago e la preparazione votata all’“educazione permanente”, le analisi accurate, sono i ricordi di Enrico Gherghetta che lo ha definito «un Signore comunista» apprezzandone assieme all’onestà e alla correttezza assoluta, l’«anima limpida e specchiata. Era sempre pronto al confronto, pur anche duro, ma sempre rispettoso delle visioni diverse. Un garantista».
Era molto amato a Monfalcone e nella Bisiacaria. Sono tanti a ricordare il suo «slancio appassionato nel dibattito interno al partito», così come «l’ammirevole capacità amministrativa, un vero riferimento anche in Regione». È ancora vivido il ricordo del suo impegno e della sua forte propensione al dialogo. Era «una scuola di vita».
Un «entusiasta nell’azione politica – chiosa Paolo Polli –, persona generosa e di grande propensione all’ascolto». Il rigore intellettuale non lo privava della capacità di rielaborazione nel farsi attraversare da punti di vista diversi dal suo credo. Erano i tempi delle vaste platee di iscritti al partito, delle innumerevoli sezioni di territorio e di fabbrica. Alessandro Perrone ritorna alla sua giovinezza: «Rappresentava un riferimento di grande caratura morale, altrettanto semplice ed empatico. Sapeva stare con la gente e cercava i contatti diretti», nel sottolineare quel «suo tratto popolare. Ci teneva a interloquire con noi giovani comunisti, seguiva le nostre attività, era un faro», rilevandone altresì lo «stile istituzionale, quale vicesindaco era espressione non di una parte ma dell’intero territorio».
Dello stesso tenore le parole del consigliere regionale Enrico Bullian: «Ci mancherà molto, mancherà alla gente. Vogliamo stringerci attorno ai familiari e manifestare il profondo cordoglio», a nome dell’intero gruppo consiliare del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg. A unirsi al cordoglio anche La Sinistra, con Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo: «Paolo è stato un militante ed un dirigente politico, consigliere regionale, dirigente dell’Anpi, ha attraversato decenni di storia monfalconese con passione e coerenza, una delle anime più autentiche della sinistra diffusa della nostra città».
Luigi Blasig ha espresso l’«enorme dispiacere» per la scomparsa. Ne sottolinea la visione ampia e di valore amministrativo: «È stato un vicesindaco capace, deciso, impegnato e convinto. Allora la realtà industriale aveva preso il sopravvento e con essa l’aumento esponenziale della popolazione, implicando una difficile gestione dei servizi». Per Blasig era su tutto «un amico fraterno, leale e sempre propositivo». Così il presidente provinciale dell’Anpi, Ennio Pironi: «È una perdita molto grave, era un uomo che faceva sentire la sua presenza, nell’accezione più sincera e profonda del suo essere». —
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