No ai fotovoltaici nell’ex discarica di Gorizia: «È un’oasi per molti animali»
Legambiente incalza il Comune sul progetto che prevede anche impianti per idrogeno e metano: il futuro dell’area verde di via Brigata Sassari

«Un Parco fotovoltaico nell’area dell’ex discarica di via Brigata Sassari? Meglio soprassedere. È un suolo rinaturalizzato spontaneamente, su cui è cresciuto un bosco maturo con alberi di pioppi senescenti, dove possono riprodursi specie di picchi e altri animali».
Legambiente Gorizia fa sentire la sua voce. Ha appreso dal Piccolo dell’intenzione dell’amministrazione comunale di indire un’asta pubblica per la concessione in “diritto di superficie” dell’area dell’ex discarica per inerti di via Brigata Sassari per realizzare impianti fotovoltaici a terra.
«Il diritto di superficie – spiegano gli ambientalisti – verrebbe concesso per 25 anni a soggetti imprenditoriali in possesso di idonei requisiti di capacità tecnica per un canone annuo stimato in 18.450 euro. L’area è caratterizzata da un quadro vincolistico complesso. Il contratto verrebbe stipulato solo dopo l’esito “non sfavorevole” delle procedure autorizzative».
«L’assessore Del Sordi ha esaltato il progetto dicendo che, per Gorizia, sarebbe un ottimo risultato, perché permetterebbe di riutilizzare un’area che non serve più e di contribuire a produrre energia pulita. Due piccioni con una fava».
Ma Legambiente alza le antenne, anche perché è stato inserito un criterio di premialità per i concorrenti che vorranno realizzare un impianto innovativo sperimentale per la produzione di H2 (idrogeno) e/o CH4 (metano) a partire da rifiuti non riciclabili quali plastiche e biomasse.
Sin qui, il riassunto della situazione. L’associazione, poi, entra nel cuore del problema: tiene a precisare di essere «decisamente favorevole» allo sviluppo delle energie rinnovabili e non vuole certamente dare adito a polemiche. «Tuttavia, nel caso specifico, l’area di proprietà comunale serve eccome (con la fornitura di preziosi servizi ecosistemici) e ci si interroga in merito all’opportunità, liceità e utilità di procedere con la realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra, con anche produzione di idrogeno e biometano, occupando suolo ora rinaturalizzato a fronte di un modesto canone di locazione», attacca la sezione goriziana.
Che aggiunge: «Ricordiamo che tutti gli spazi verdi hanno un valore ecosistemico rilevante, che può essere calcolato in termini monetari, grazie alla loro biodiversità che viene tutelata anche in ambito urbano dal recente Regolamento Ue 2024/1991 sul “Ripristino della natura”, a cui pure le autorità comunali devono, sin da ora, attenersi».
Nella delibera di indirizzo si fa riferimento anche all’intenzione del Comune, «per evitare polemiche visto il tema piuttosto delicato», di organizzare un incontro tematico, con la partecipazione di esperti del settore coinvolgendo, oltre alla Commissione consiliare competente, anche alcune associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente Gorizia Aps.
«Dispiace – attaccano ancora gli ambientalisti – che venga spacciato per “percorso partecipato” l’invito generico a un incontro a cose (quasi) fatte, quando i lavori per l’indizione dell’asta sono in corso. Se l’intento dell’amministrazione comunale di Gorizia è seriamente quello di promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili, perché non accelerare piuttosto l’installazione di pannelli fotovoltaici sui numerosi tetti inutilizzati, di proprietà del Comune o di enti pubblici, ad esempio al recente posteggio tra via Boccaccio e via Santa Chiara?».
«E perché non adoperarsi per favorire la costituzione di una Comunità energetica rinnovabile (e magari anche solidale), come suggerito anche dal Mase (Ministero per l’Ambiente e lo Sviluppo energetico)? E perché non incentivare l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei numerosi capannoni della zona industriale ora dismessi (vedi ex setificio)?».
Legambiente ricorda, infine, che «finalmente sono stati avviati i lavori per la redazione del Paesc (Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima) che potrà dare delle indicazioni molto utili sullo sviluppo delle energie rinnovabili a Gorizia».
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