Parco Rocca, case anzichè uffici comunali

Rimasto a poco più di un abbozzo rispetto al piano iniziale, il progetto del Parco Rocca di via Rossini riprende slancio. Partendo dall’ultimazione dell’edificio che avrebbe dovuto rappresentarne il biglietto da visita. Quel grande palazzo “a ponte” su via dell’Istria che avrebbe dovuto essere sede del “municipio bis” o, addirittura, degli uffici della nuova realtà comunale formata dalla fusione di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano. Tramontata l’ipotesi della cittadella dei servizi, sepolta più dalla crisi del comparto edilizio che dalla bocciatura della “Città comune”, per l’area dell’ex ospedale di via Rossini la società proprietaria, la veneta Fratelli Tonon, riparte dalla residenza.
Lo studio Morena architects, che ha curato la progettazione del comparto fin dall’inizio, ha presentato al Comune delle modifiche al Piano particolareggiato di iniziativa privata per trasformare la destinazione d’uso dell’edificio da direzionale (uffici) a residenziale. «La proprietà pensa di poter ricavare una trentina di alloggi nel palazzo – conferma l’architetto Francesco Morena, che l’ha progettato –. Sarebbe importante completarlo per ultimare il fronte sul canale de’ Dottori». Le variazioni riguardano comunque anche l’area compresa tra via dellIstria, l’Eurospar e via Aquileia, dove accanto alla possibilità di costruire unità abitative si prevede quella di realizzare degli uffici per un massimo di 1.350 metri quadri coperti e un volume di 8.500 metri cubi. Il resto del piano originale, invece, non cambia: due aree libere confinanti con via Rossini e via Aquileia rimangono destinate a residenziale e ad attrezzature alberghiere-ricettive, il lotto centrale compreso tra le due è confermato a residenziale.
L’amministrazione comunale intende andare a un nuovo confronto con il progettista, dopo aver instaurato da tempo un dialogo con la proprietà. «L’obiettivo del resto non poteva e non può che essere quello di vedere completato un ambito di pregio urbanistico e strategico come quello dell’ex ospedale – afferma l’assessore all’Urbanistica Giuseppe Nicoli –, che ora invece ci sottrae impegno e risorse perché sia mantenuto in condizioni decorose e non di abbandono». Nicoli conferma come sia importante, quindi, la volontà di Tonon di riavviare l’intervento con il completamento dell’edificio “a ponte”. Con la proprietà l’amministrazione intende comunque affrontare in tempi piuttosto rapidi anche il tema del recupero dell’ex chiesetta dell’ospedale, ormai in preda al degrado (il tetto è completamente collassato), acquistata dalla società assieme al resto dell’ex ospedale. «Vorremmo riconsegnarla alla città come spazio espositivo e aggregativo – spiega Nicoli –, utilizzabile soprattutto dalla zona di largo Isonzo e via Crociera, ma non solo. Visto l’interesse pubblico, credo che come Comune si possa avviare un ragionamento sulle modalità di realizzazione del restauro».
Quello dell’ex ospedale è uno dei tre grandi ambiti di riconversione urbanistica nati ante crisi e mai ultimati, diventando un problema non da poco per le aree circostanti e l’ente locale. A fine 2017, l’amministrazione ha dovuto imporre, ottenendola, la pulizia dell’area retrostante l’Agenzia delle entrate, ricompresa nel progetto di riqualificazione del sito ex Gaslini. «Anche quindi comunque qualcosa si sta muovendo – comunica l’assessore all’Urbanistica –. La proprietà si è fatta avanti per completare l’ambito». Più complessa la situazione della zona ex Detroit in via Galvani, coinvolta in una procedura fallimentare. Il piano prevedeva non solo le palazzine già edificate, ma anche, nello spazio adiacente al canale de’ Dottori, la costruzione di una struttura residenziale per anziani. L’unico dei quattro ambiti a essere stato del tutto ultimato rimane per ora quello della “fabbrica del ghiaccio”, vicino alla stazione ferroviaria.
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