Parte il grande restauro di Villa Manin

Al via i lavori di ristrutturazione per restituire alla dimora l’antico splendore. Alla fine l’intera area sarà pedonalizzata
Villa Manin
Villa Manin

TRIESTE. Decine di anni di vento, pioggia, smog. «Vecchiaia», scherza Piero Colussi. Le due grandi “ali” di Villa Manin annerite dal tempo ritorneranno in pochi mesi all’antico splendore. I lavori di ristrutturazione sono iniziati in questi giorni con il primo dei quattro lotti da complessivi 1.650.000 euro che, in un paio d’anni, dovrebbe riportare l’intero complesso all’originaria bellezza settecentesca. A quel punto, anticipa il sovrintendente, «l’area sarà pedonalizzata».

Pensa a Villa Manin senz’auto, Colussi, perché la sta vedendo così proprio in questa fase. E gli piace moltissimo. «Adesso è tutto impalcato e la strada antistante è chiusa al traffico», fa sapere. «E, in ogni caso, è possibile camminare senza pericoli», aggiunge. Quando, attorno a febbraio, il primo lotto sarà portato a termine, la viabilità verso il parcheggio interno sarà nuovamente consentita. «Ma a conclusione di tutto, inevitabilmente, lasceremo spazio solo ai pedoni. Una strada di aggiramento della Villa, quella della circonvallazione Sud che consente un rapido attraversamento di Passariano, c’è già. E pure le aree di sosta. Un paio di minuti in più per arrivarci non saranno certo un problema».

È un cantiere atteso da così tanti anni, e con una situazione di degrado delle barchesse ormai evidente anche a un occhio distratto, che qualsiasi disagio verrà digerito senza troppa fatica. Colussi si concentra, per adesso, su un lotto alla volta. Il primo (poco meno di 370mila euro), aggiudicato alla Tecno Geo di Campoformido, in Ati con la Lithos, sede legale a Sestiere Castello (Venezia), interessa la parte antistante la Villa.

Gli intonaci e le statue risultano oggi compromessi, oltre che dai segni del tempo e dai fattori climatici, anche dalle successive manomissioni che ne hanno alterato la forma originaria. Si tratta dunque di restaurare le superfici intonacate e lapidee. «Concretamente – spiega il sovrintendente – le due “braccia” rotonde verranno ripulite, ridipinte, ristuccate e portate a nuovo». Tre-quattro mesi e il primo passo sarà completato.

Ne restano altri tre. Sono già scritti sulla carta sotto la direzione lavori dell’architetto Fabiola Molinaro e la collaborazione del collega Paolo Zampese. Ma gli interrogativi non mancano. Colussi, da consigliere regionale, votò l’assegnazione di un contributo al Comune di Codroipo per 1,6 milioni di euro già nel 2008.

Burocrazia e un patto di stabilità sempre più stringente hanno però congelato quelle risorse. E se un quarto serve a pagare il primo lotto, il resto va sbloccato per avviare il secondo (che riguarda l’illuminazione della Villa), il terzo e il quarto, che interessano invece la sostituzione delle pavimentazioni (dal cemento armato al cotto, i campioni originari presenti in alcuni tratti serviranno da punto di riferimento) e il rifacimento di piazza Tonda e delle aree verdi.

«Stiamo cercando di superare i vincoli del patto – spiega appunto Colussi – e la collaborazione con il Comune e l’assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin è massima. Ma, al momento, l’unico lotto messo a gara è il primo. Contiamo di procedere con il bando per il secondo entro quest’anno e di portare avanti i lavori per un altro biennio. Il sogno rimane quello di una Villa Manin splendida com’era nel Settecento. Patto di stabilità permettendo. L’auspicio - conclude Colussi - è che continui la fattiva collaborazione che si è instaurata fra gli enti coinvolti, Azienda speciale Villa Manin, Soprintendenza dei beni culturali, Regione Fvg e Comune di Codroipo, così da consentire la prosecuzione dei lavori anche nel corso del 2016».

Pur con gli operai al lavoro, informa l’Azienda, la mostra di Joan Mirò (“Soli di notte”, fino al 3 aprile del prossimo anno) e quella in esedra di levante (“’900 & dintorni”, fino al 10 gennaio) rimarranno sempre accessibili.

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