Pasqua, Trieste fa "il pieno" di turisti

Operazione musei aperti: “premio” di 7500 visitatori. Ristoranti pieni e alberghi vicini al tutto esaurito: l’impressione è che le presenze continuino a crescere
Silvano Trieste 08/04/2012 Turisti
Silvano Trieste 08/04/2012 Turisti

È stata una Pasqua che ha portato e lasciato in dote a Trieste più turisti di quella precedente. Più turisti ma col portafogli un po’ meno gonfio. E ciò con buona pace di buona parte di albergatori e ristoratori, che si sono messi una mano sul cuore e l’altra sul loro, di portafogli, consapevoli che fare uno sforzo per tenere a bada i prezzi avrebbe, alla fine, fatto felici i clienti da un lato e salvato il loro business dall’altro.

Più turisti ok, e fin qui non si discute, ma che turisti? Italiani in larghissima misura e con una netta prevalenza in arrivo dal Centro-Nord. Soprattutto veneti e milanesi, e chissà se per questi ultimi - ma anche per altri - non si sia fatto sentire almeno un po’ il richiamo di Cagliari-Inter al Rocco di sabato. Tutta gente che non s’è discostata comunque dalla classica formula dei ponti festivi valida per città turistiche di medie e piccole dimensioni con un attraente circondario, formula chiamata in gergo tecnico short break, fatta di due, tre notti. Gli identikit più ricorrenti? I soliti. Coppie con o senza figli in cerca di luoghi interessanti ma non stressanti come lo sono in una metropoli (ne è testimone il fatto che in varie strutture ricettive domenica e soprattutto sabato s’è sfiorato il tutto esaurito tranne che per le camere singole) eppoi gruppi di amici a caccia di buone tavole, dal centro al Carso. Turisti affamati pure, e questa si che è una new entry, di cultura. Rappresentata non tanto e non solo da Miramare, il cui parco e il cui castello visitabili a Pasqua lo sono sempre stati, bensì dal circuito dei Civici musei di storia e arte, aperti stavolta tutti sia domenica che ieri. Risultato: 6.300 visitatori in due giorni, quasi tutti non triestini, che diventano circa 7.500 contando anche Acquario e Museo del mare, cioè i Musei scientifici. E una mano qui, forse, l’avranno data pure bora e temperature piuttosto basse, tali da non incoraggiare ore e ore all’aria aperta.

È quest’ultimo l’unico dato fondato finora su numeri reali. Gli altri consuntivi si faranno nei giorni a venire, da oggi in poi. Trieste per il momento si affida infatti alle impressioni e alle prime stime dei suoi addetti ai lavori, nel tentativo di dare un senso e una dimensione al bilancio post-pasquale. Quel che è certo, come detto, anche se lo si potrà quantificare solo prossimamente, è che - in barba alla crisi - la città e il suo comprensorio continuano a registrare una crescita delle presenze turistiche. Il risultato percepito a Pasqua 2012 viaggia, a botta caldissima, tra l’entusiasmo di alcuni, la cautela di altri ad aspettare le cifre certificate (in primis Confcommercio e dettaglianti, ma anche la direzione delle Torri d’Europa) e la consapevolezza di altri secondo cui l’ennesima ondata di visitatori in città era nell’aria. «È andata - fa notare ad esempio Guerrino Lanci da presidente del Consorzio PromoTrieste - più o meno come ci dicevano le aspettative. L’occupazione nelle strutture è stata molto buona, tenendo poi in conto che siamo in un periodo di crisi generale e di attenzione ai consumi».

«Però di anno in anno la città fa progressi, e anche stavolta è così», fa eco Bruno Vesnaver da presidente della Fipe, il quale ritiene che a Pasqua «è andata molto bene. Per quanto ci riguarda i locali, dalle pizzerie alle trattorie, dai locali tipici ai ristoranti, erano pieni. E qui mi sento di rinovare la critica a chi, fra il centro, le Rive e il lungomare di Barcola, ha tenuto chiuso il locale. Per i prossimi ponti di festa sarà il caso di coordinarci coi negozianti, zona per zona, e penso anche al Borgo Teresiano, perché foro aperto chiama gente».

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