Patto fra cacciatori e agricoltori a Medea La selvaggina finirà Al Vecchio Arco

Marco Silvestri

MEDEA

Valorizzare le carni di selvaggina selvatica per offrire al consumatore un prodotto sano e di qualità e favorire la sinergia e la collaborazione tra le realtà sociali e produttive del territorio per privilegiare la tutela dell’ambiente. Con queste finalità è stato presentato il progetto innovativo di filiera corta nato dall’accordo tra l’Azienda agricola Al Vecchio Arco di Medea e la locale Riserva di caccia. Un progetto che è il primo a livello regionale e che ha il sostegno del Comune di Medea, della Regione e dell’Asugi. A illustrarlo Giovanni Mucchiut, titolare di Al Vecchio Arco, il direttore della Riserva di Caccia Marco Menon, il sindaco Igor Godeas, il consigliere regionale Diego Bernardis, il dirigente veterinario dell’Asugi Paolo Demarin, il direttore del Servizio di prevenzione, della sicurezza alimentare e della sanità pubblica veterinaria Manlio Palei, il dirigente dell’Azienda sanitaria Pietro Scaramuzza, l’enologo Claudio Fabbro.

Il progetto prevede che le carni di selvaggina, in particolare quelle del cinghiale, vengano fornite direttamente dai cacciatori della riserva di Medea a Al Vecchio Arco, tutto questo rispettando le normative e le linee guida in materia di abbattimento e prelievo degli animali, di igiene delle carni stabilite dalla Regione e dall’Azienda sanitaria. Mucchiut e Menon hanno sottolineato che questo progetto contribuisce a superare i contrasti esistenti in passato tra agricoltori e cacciatori tutto a vantaggio del territorio e della sua conservazione. Sono stati recepiti i suggerimenti forniti dalla Regione e dall’Azienda sanitaria attraverso l’applicazione puntuale delle normative. Secondo il responsabile del servizio di prevenzione Palei e per il dirigente Demarin la sinergia è la parola chiave di un progetto che mette insieme esperienze e progettualità diverse che danno risultati innovativi nel settore alimentare.

Medea è il primo paese che attua questo progetto con il pieno rispetto delle normative che sono state predisposte in materia di abbattimento e di vendita della selvaggina. Un plauso arriva dal consigliere regionale Bernardis che ne sottolinea il modello quale punto di riferimento a livello regionale. Il sindaco Godeas invece ha messo in risalto la collaborazione tra le realtà imprenditoriali e sociali in un contesto che favorisce anche il consumatore. Il progetto di filiera corta della selvaggina selvatica ha come detto un preciso riferimento riguardante i cinghiali: il loro contenimento resta un problema da risolvere, perché la massiccia proliferazione di questi animali sul territorio continua a creare danni alle colture. —



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