“Piano monfalcone”, sui nodi subappalto e caporalato: «Fincantieri ripensi alle strategie»
La richiesta dei politici in Seconda commissione, pur con diversi distinguo. La Finanza: «Permangono illeciti nella manodopera»

MONFALCONE. Un deciso ripensamento del modello produttivo per ridurre il ricorso al subappalto di Fincantieri; il permanere di «illeciti nell'ambito della manodopera»; la necessità di un’indagine medica sulle conseguenze dell’utilizzo delle fibre artificiali vetrose. Sono tre dei tanti temi dibattuti ieri nella seconda Commissione consiliare regionale, presieduta da Markus Maurmair (FdI), che ha esaminato il cosiddetto Piano Monfalcone.
Presente ai lavori il sindaco Cisint
Presente ai lavori anche una delegazione del Comune di Monfalcone guidata dal sindaco Anna Maria Cisint. «È sempre più importante che sia proprio Fincantieri - ha detto il sindaco - a perseguire obiettivi di qualità e lotta al dumping giuridico e salariale. È a livello nazionale che vanno risolti problemi come quello della modifica delle norme sui ricongiungimenti e sui controlli delle residenze collettive temporanee e quelli di un modello produttivo che non si basi più sull’arrivo indiscriminato di stranieri dai Paesi poveri ma punti alla qualificazione del lavoro e alla crescita dell’indotto del territorio».
Il sindaco suscita le critiche del centrosinistra
Le dichiarazioni di Cisint hanno suscitato le critiche dei consiglieri del centrosinistra tra i quali i promotori dell’audizione del Piano Monfalcone, Enrico Bullian e Diego Moretti: «C’è la necessità di gestire una complessità sociale e lavorativa che non può essere nascosta dietro a falsi problemi, come quello dei ricongiungimenti familiari. L'obiettivo è di fare il punto su quali possono essere le modifiche legislative che aiutino a migliorare una situazione oggettivamente complessa. L'auspicio è dunque che il tavolo affronti in maniera puntuale il tema del modello produttivo di Fincantieri e possa infine portare a un miglioramento complessivo del livello di qualità di vita e di retribuzioni adeguate, che oggi non possono considerarsi soddisfacenti per molti lavoratori dell’indotto di Fincantieri».
A gennaio il tavolo ministeriale
A gennaio è previsto un altro approfondimento attraverso l’apposito tavolo ministeriale tra Comune di Monfalcone, Ministeri e Fincantieri. «A questo punto, è necessario integrare con la presenza perlomeno della Regione, ieri assente nella componente giuntale, nonostante fossero stati invitati e delle organizzazioni sindacali», auspicano Bullian e Moretti. Il comandante della compagnia di Monfalcone della Guardia di Finanza, capitano Luca Michele Traversa, ha ricordato «che monitoriamo costantemente, continuando a riscontare forme di illeciti nell'ambito della manodopera. Sono in corso svariate indagini di polizia giudiziaria, ma la soluzione spetta a una condivisone più ampia di compiti e responsabilità».
Folta la rappresentanza sindacale
Folta la rappresentanza sindacale. Antonio Rodà (Uil): «Gigante industriale che si lega a fenomeni di paga globale da ridurre allo zero. La vera sfida sindacale è far crescere i diritti e l'emancipazione di tutti quei lavoratori». Alessandro Perrone (Unione sindacale di base): «Organizzazione del personale mal gestita. È anche necessaria un'indagine medica sulle fibre artificiali vetrose, utilizzate al posto dell’amianto. La qualità del lavoro non può essere secondaria alla quantità». Thomas Casotto (Cgil): «Positivi i tavoli, accordi sindacali e protocolli d'intesa ma poi, per quanto Fincantieri e le sigle si impegnino, la legalità non sempre è garantita. Gli autori non sono spaventati, perché non si sentano perseguibili. Quindi, l'appalto va gestito diversamente». Cristiano Pizzo (Cisl): «C’è l'esigenza di capire cosa sia realmente il Piano Monfalcone. Ho bisogno di elementi concreti da valutare e mi piacerebbe condividere difficoltà, obiettivi e progetti, lavorando insieme».
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