Piazza Oberdan, bar uccisi dal tram che non c’è

La prolungata assenza della trenovia storica ha fatto calare gli affari anche del 60%. Esercenti esasperati
TT bus e tram lungo via Carducci
TT bus e tram lungo via Carducci

Vendite in picchiata per gli esercenti di piazza Oberdan orfani del tram di Opicina. Di turisti nemmeno l'ombra, nella piazza la cui fermata del tram faceva da catalizzatore. A stagione inoltrata, i bar e le tavole calde contano oltre il 30% di vendite in meno, e nel frattempo tutto tace sul futuro del leggendario mezzo che dal 1902 sferraglia tra il Carso e il mare. Soggetto a lavori di manutenzione da settembre 2012, data dell'ultimo deragliamento, il tram sarebbe dovuto ripartire a fine mese. Vedendo il calo degli incassi e temendo una silenziosa eutanasia, adesso gli esercenti lanciano un grido d’allarme, in cerca di risposte dalle istituzioni. Una levata di scudi subito accolta dalla Sesta circoscrizione, che ha approvato all'umanità una mozione "salva Tram": «A tutto il Consiglio - si legge nella nota - si chiede impegno per garantire a ripristinare al più presto la totale funzionalità della trenovia sia confermando l'utilizzo dei fondi inizialmente destinati, sia recuperandone altri per un’adeguata valorizzazione storica e artistica, turistica e culturale». A pagare la sorte peggiore, il bar Tramvai, che anima la vecchia fermata, di proprietà del Comune e dato in gestione all'Amt. «Paghiamo un affitto di oltre 2.300 euro al mese per 20metri quadri commerciali e da quando il tram è fermo abbiamo circa il 40% degli incassi in meno, considerando sia l'edicola sia il bar - spiegano l'esercente Federico Gladulich e l'edicolante Franco Varagnolo -. Questa storica fermata è stata ristrutturata nel 2006, quando venne rifatta tutta la piazza: ma adesso di clienti non se ne vedono più. Venivano qua per acquistare il biglietto e bere un caffè in attesa di salire sul tram. La beffa è che la linea "2/" che lo sostituisce è stata spostata in via Galatti e qui non passa più nessuno. Di questo passo non riusciremo più a pagare l'affitto».

Al bar Tivoli tira la stessa aria: «Siamo forse l'unico bar che forniva ai vistatori le mappe turistiche della città - commenta Silvano Brajnick - ma da quando il tram è fermo ne ho date via solo due. Gli incassi sono calati del 60%. Ci avevano detto che i lavori per rimetterlo in funzione costavano un milione e 373mila euro: cosa hanno fatto di questi soldi se il tram è ancora rotto? Sono pronto a interpellare la Corte dei conti affinché verifichi se non si tratti di un danno erariale. E con oltre quattro milioni di utili, perché Trieste Trasporti non interviene? Il tram è un simbolo di Trieste: se lo facciamo morire, siamo solo dei masochisti». Anche all'Antico buffet Benedetto piovono lamentele: «Scolaresche, gruppi e famiglie si fermavano a pranzare o a mangiare un panino - dice Alex Alessio -. Ora che la primavera è nel pieno, si percepisce quanto il movimento sia calato». Si aspettavano invano un indotto anche all'Harry's bar, spiega infine il titolare Renato Scaramelli.

Elena Placitelli

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