Pineta del Carso: la clinica smentisce Ret e Ferrovie

Il presidente Moratto: «Mai stati morosi sull’affitto del parcheggio interno» Pronto un progetto per realizzare 60 posti auto destinati ai visitatori

di Cristina Polselli

DUINO AURISINA

Nessuna morosità, l'affitto è stato regolarmente pagato finchè persistevano ancora i permessi. Il presidente e il vicepresidente della "Pineta del Carso", la casa di cura situata ad Aurisina, tengono a precisare i contorni di tutta la vicenda. L'istituto, nel 2004 aveva richiesto in affitto, ai servizi immobiliari delle Ferrovie dello Stato, l'area in prossimità della stazione di Aurisina ad uso parcheggio. Il 30 maggio 2005 è stato quindi sottoscritto il contratto di locazione per la durata di sei anni, con decorrenza primo luglio 2005 fino al 30 giugno 2011. L'utilizzo dell'area, però, era subordinata all'autorizzazione edilizia in precario rilasciata dal comune di Duino Aurisina. Nel 2005, l'amministrazione aveva rilasciato il permesso, valido un anno, con la possibilità di proroga per non più di due volte. Tutto questo in attesa che una variante rendesse definitiva la destinazione a parcheggio. Nell'agosto 2007 Pineta del Carso ha presentato la prima richiesta di proroga al comune, mentre l'ulteriore e definitiva proroga era stata accolta con validità fino al 19 settembre 2008.

A scadenza dell'ultima concessione, l'istituto aveva comunicato sia al comune che alla rete ferroviaria italiana, la riconsegna dell'immobile, essendo venuta meno la possibilità di utilizzare l'area. Per l'intero triennio nessun buco nei pagamenti degli affitti, insomma. «Il 28 luglio scorso - spiega il presidente di Pineta del Carso, Edilberto Moratto - abbiamo inoltrato una nuova richiesta di locazione dell'area alla ferrovie, sotto indicazione del sindaco Ret, sempre ad uso parcheggio autovetture». L'esigenza dell'istituto in questo ultimo decennio si è notevolmente ampliata. La struttura ospita 180 posti letto (una trentina privati, il resto convenzionati) ma le patologie dei pazienti sono cambiate. «Prima curavamo solo malati polmonari, pazienti di medicina interna, che comunque erano autonomi - spiega Lucio Ercolessi, vicepresidente - ora invece trattiamo anche persone non autonome che vengono da noi per la riabilitazione e che, quindi, devono essere accompagnati».

Se a questi si aggiungono gli utenti che si recano ogni giorno per l'attività ambulatoria (dalle 100 alle 200 persone in una giornata) e facile comprendere l'esigenza di maggiore spazio. «Rischiamo l'intasamento se non ci ampliamo», spiega Ercolessi. L'istituto, tra un mese circa, presenterà al comune un progetto interno. I lavori interesseranno sia la casa di cura in sé, maggiori spazi diagnostici e laboratori, sia la logistica e la circolazione interna. «Abbiamo previsto una sessantina di posti auto con un'entrata ed un'uscita distinte».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo