Incidente in via Giulia a Trieste, il pirata della strada da spettatore guardava i soccorsi

Le telecamere hanno ripreso l’uomo che, dopo aver lasciato l’auto a distanza, è tornato indietro a osservare i soccorsi. Poi la fuga a San Giovanni. La vittima, Andrea Assaloni, è in stato vegetativo

Laura Tonero
Il punto dell’incidente in via Giulia; a destra Andrea Assaloni che versa in gravissime condizioni Foto Lasorte
Il punto dell’incidente in via Giulia; a destra Andrea Assaloni che versa in gravissime condizioni Foto Lasorte

Non solo ha investito il pedone, ma poi, allontanandosi e parcheggiando l’auto a qualche decina di metri di distanza, è tornato indietro a piedi e ha assistito ai primi soccorsi. E poi, come se il fatto non lo riguardasse personalmente, se ne è andato via.

I filmati della telecamere che intorno all’una della notte tra il 14 e il 15 agosto scorso hanno ripreso gli attimi successivi all’investimento di Andrea Assaloni in via Giulia, restituiscono una verità ancora più drammatica rispetto a quella raccontata fino ad oggi. Che aggraverebbe ulteriormente la posizione dell’operaio di 37 anni che, stando alla ricostruzione della Polizia locale, a bordo di una Kia Picanto avrebbe travolto il 58enne, tentando poi di far perdere le sue tracce.

Rimane in stato vegetativo l’uomo investito ad agosto in via Giulia a Trieste
Il punto dov’è stato travolto Andrea Assaloni Foto Lasorte

La verità dai filmati

Le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona e acquisti dalla Municipale, forniscono un elemento ulteriore rispetto a quello già raccontato fino ad oggi. Nei filmati si vede il pirata della strada che a bordo della Kia Picanto di colore giallo oro si allontana dal punto dove è avvenuto l’incidente, ovvero dall’incrocio tra via Giulia e via Margherita, in direzione del rione di San Giovanni. Percorre ancora un tratto di via Giulia, mette in sosta il veicolo, scende e lentamente cammina in direzione della persona rimasta a terra. Resta però a debita distanza, lontano dall’incrocio, e osserva.

Osserva, come un estraneo spettatore, quell’uomo a terra, in fin di vita dopo essere stato travolto, facendo un volo di 13 metri dal punto dell’impatto. Saranno altri automobilisti ad accorgersi di lui e a chiamare i soccorsi. Mentre il pirata della strada, anche all’arrivo degli operatori della Polizia locale e di quelli del 118 non si palesa, resta ai margini della scena, per poi risalire in macchina e dirigersi verso San Giovanni. Filmati chiave per le indagini.

Ancora in coma il pedone travolto a Trieste, altri indizi a carico dell’auto pirata
L’incrocio di via Giulia teatro del tragico incidente e, a destra, Andrea Assaloni, il pedone investito (foto Lasorte)

 

L’identificazione

In poche ore la Polizia locale era riuscita a identificarlo, analizzando subito le immagini delle telecamere: quelle installate in via Giulia e collegate con la centrale operativa della Municipale e quelle della caserma della Guardia di finanza situata poche centina di metri dal luogo dell’incidente.

La Kia Picanto, con quell’inconfondibile colore giallo, era stata riconosciuta anche da due testimoni. Il primo: un automobilista che quella notte procedeva in via Giulia a poca distanza dalla Kia. L’aveva notata davanti a sé e poi si era accorto della presenza di un corpo disteso sull’asfalto vicino alle strisce pedonali. Si era fermato e aveva chiamato i soccorsi. Sentito dagli agenti, era stato in grado di descrivere la vettura con quel colore particolare. Era stata raccolta la testimonianza anche di un’altra persona che aveva visto transitare l’utilitaria gialla.

La Polizia locale, attraverso la targa, era risalita alla proprietaria della vettura, ovvero la fidanzata del 37enne, che in quel momento si trovava però lontana da Trieste. Era stata lei a fornire poi ulteriori elementi, necessari agli agenti per rintracciarlo all’alba nella sua abitazione a pochi metri da piazzale Gioberti.

Parcheggiata nelle vicinanze era stata trovata anche la Kia, con evidenti segni di un impatto sul parabrezza e sulla parte anteriore. L’uomo, ancora oggi, continua a negare ogni responsabilità. Assaloni, invece, non si è mai più ripreso, e versa ancora in gravissime condizioni. —

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