Polizia locale armata a Monfalcone: tavolo in Prefettura e via al nuovo regolamento

Fissata subito la data: martedì alle 11 il tentativo obbligatorio di conciliazione dopo la proclamazione dello stato di agitazione. Lavori in Commissione III

 

Tiziana Carpinelli
È stato il parere ministeriale di maggio a scompaginare le carte: l’attività dei vigili «può avvenire di notte e senz’arma», come rilevato dall’eurodeputata Anna Cisint, e in ogni caso il taser è equiparato alla pistola
È stato il parere ministeriale di maggio a scompaginare le carte: l’attività dei vigili «può avvenire di notte e senz’arma», come rilevato dall’eurodeputata Anna Cisint, e in ogni caso il taser è equiparato alla pistola

Grande è il dibattito che si sta aprendo sotto il cielo della Polizia locale di Monfalcone sull’eventualità che in futuro il corpo si doti della pistola, dopo che già in un recente parere ministeriale il taser, oggetto di sperimentazione semestrale in città, al momento «congelata» fino al placet in Aula, è stato equiparato ad arma da fuoco.

Roma equipara il taser a un’arma: congelata la sperimentazione a Monfalcone
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Non l’unico tema, in verità. Quello da cui è scaturito tutto e a discendere il braccio di ferro col sindacato maggioritario di categoria, il Sapol FVG, e il corrente stato di agitazione – anticamera dello sciopero – è l’estensione dell’orario di attività dei vigili fino all’1 di notte.

Un allungamento che la consigliera delegata alla Sicurezza Anna Cisint ha indicato come necessità sollevata dal basso, cioè «dai cittadini, in campagna elettorale» e meritevole di accoglimento a «metà luglio».

La situazione si è però ingarbugliata. Il Sapol – che chiede la dotazione dell’arma da fuoco e, in sua attesa, la sospensione di tutte le attività a rischio: pronto intervento, polizia giudiziaria, vigilanza e servizi notturni – all’ultimo tavolo è uscito sbattendo la porta, dopo aver sentito argomenti ritenuti «non pertinenti» col tema di convocazione ed essere stato «in più occasioni interrotto».

Lo stato di agitazione e il tavolo

La Prefetta Ester Fedullo
La Prefetta Ester Fedullo

Ne è scaturita la proclamazione dell’agitazione, cui venerdì la Prefetta Ester Fedullo ha inteso dare massima priorità, sicché non solo nei termini di cinque giorni ha fissato la data, all’indomani dell’invio delle sei pagine di motivazione dello stato indetto, ma ha convocato già martedì alle 11, le due parti negli uffici del capoluogo isontino: Comune, datore, e sindacato. Per esperire il tentativo obbligatorio di conciliazione e far sì che la situazione non precipiti ulteriormente, trattandosi di servizio pubblico.

 

Verso l’approvazione in Consiglio 

Non l’unico passaggio importante, in settimana. Il presidente della Commissione III (Decentramento) Luis Resuli ha infatti convocato i consiglieri di maggioranza e opposizione mercoledì alle 17 per l’approvazione del Regolamento del corpo di Polizia locale.

Al secondo punto, invece, la deliberazione dello schema di convenzione della Segreteria comunale, in vista del Consiglio di metà luglio. La parola passa dunque all’Aula e, soprattutto, alla politica.

 

Il dibattito politico

Il Pd, in asse con la civica Insieme con Moretti, alla luce della complessa situazione, senza precedenti (almeno nell’ultimo decennio), chiede al sindaco Luca Fasan di «assegnare la delega alla Sicurezza ad Antonio Garritani», l’ex reggente oggi assessore all’Urbanistica, colonnello dell’Arma in congedo, cui «lo stesso Sapol ha riconosciuto competenza, conoscenza del territorio, equilibrio nella gestione dei rapporti personali e istituzionali, togliendola a chi materialmente ha difficoltà a svolgerla e il cui unico obiettivo è esasperare le tensioni».

«Se – affermano i consiglieri Diego Moretti, Lucia Giurissa, Bhuiyan Sani e Michela Percuzzi – le segnalazioni riportate dai segretari del sindacato corrispondono al vero, su asserite minacce disciplinari, presunte pressioni indebite, carichi di lavoro sproporzionati, difficoltà nella fruizione dei diritti fondamentali come pause o permessi, siamo davanti a una situazione grave, totalmente sfuggita di mano all’amministrazione e che richiede risposte veloci e trasparenti».

«Invece – aggiungono – assistiamo alle solite “minacce”, cioè alla propaganda della collega Cisint, che liquida la lettera del Sapol come strumentale, ventilando azioni legali in stile intimidatorio verso il sindacato, con rapporti ormai molto tesi. Sarebbe invece auspicabile che, nel contesto delicato della sicurezza urbana, si operi non alimentando un clima lavorativo pesante».

Monfalcone civica e solidale, poi, con la nota di Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo pongono l’accetto sul tema della selezione, a fronte di una futura introduzione della pistola, cui personalmente Fasan si è dichiarato favorevole («Non ho remore»).

Una scelta, sostengono, che «modifica profondamente il ruolo della Municipale e solleva interrogativi non solo sull’opportunità politica di tale idea, ma anche sulla preparazione del personale a un cambio così sostanziale di mansioni».

«Se si chiede agli agenti di assumersi responsabilità analoghe a quelle delle forze dell’ordine statali – aggiungono Morsolin e Saullo – sarebbe doveroso almeno garantire standard selettivi e formativi altrettanto rigorosi. Negli ultimi bandi pubblicati dal Comune non compare però alcuna prova psicologica né attitudinale, al contrario di quanto accade per la Polizia di Stato, eppure un arma da fuoco è sempre un’arma da fuoco».

La richiesta politica di Mcs è chiara: «Che si receda dal proposito di snaturare i compiti e il mandato della Polizia locale, restituendola alle sue pratiche tradizionali, senza emulare irragionevolmente compiti, funzioni e attività orarie tipiche delle forze dell’ordine, già presenti in città». C’è già un’interrogazione pronta. —

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