Ponte della Checca Discoteca rivendica 25mila euro di danni

Contenzioso del “Kukù 2.0” verso il Comune di Staranzano: «Il nostro parcheggio occupato dal cantiere per quattro anni»
Di Roberto Covaz
Bonaventura Monfalcone-06.12.2014 Inaugurazione e cerimonia-Ponte sul Brancolo-Staranzano-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-06.12.2014 Inaugurazione e cerimonia-Ponte sul Brancolo-Staranzano-foto di Katia Bonaventura

Stritolato dalle acuminate raggere della macchina girafieno. Così è morto ieri un agricoltore sloveno residente a Miren (Merna). Aveva 63 anni. La tragedia si è consumata verso le 16 in una zona dell’aeroporto di Gorizia ricadente nel comune di Savogna d’Isonzo.

La vittima e un suo collega stavano verificando il funzionamento di una nuova attrezzatura agricola.

Forse a causa di una disattenzione l’uomo, dopo aver acceso il motore del trattore, aver innescato la marcia in folle, è sceso dal mezzo e si è infilato tra la parte posteriore del trattore e la macchia girafieno che era al rimorchio. Il motore del trattore ha azionato anche la girafieno e per lo sfortunato non c’è stato scampo.

L’allarme l’ha lanciato il collega della vittima; non ha potuto fare altro che spegnere il motore ma ormai per il 63enne non c’era nulla da fare. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri della compagnia di Gorizia che hanno avviato gli accertamenti da sottoporre poi al magistrato di turno della Procura di Gorizia, Valentina Bossi.

I due agricoltori sono soci di una cooperativa di Merna che ha in appalto dell’Enac, proprietaria dell’aeroporto di Gorizia, lo sfalcio e la raccolta del fieno.

L’accesso all’area dove si è verificato l’incidente mortale avviene attraverso la Stradalta in località Rupa. Il luogo è piuttosto isolato.

Lì vicino ci sono alcune ville e un allevamento di suini. La zona si trova esattamente agli antipodi dell’hangar Geiwitz, lungo il lato sud dove si sta lentamente costruendo il capannone dell’azienda Pipistrel.

Il luogo della disgrazia non è facilmente accessibile da chi non conosce la zona e al buio l’accesso diventa ancora più problematico. Ciò per dire che anche i soccorritori, pur intervenuti tempestivamente, hanno dovuto fare i conti con la perifericità della zona.

Proseguendo lungo la Stradalta in direzione di Savogna d’Isonzo si giunge a un incrocio: girando a destra ci si immette sulla stradicciola denominata Pot Na Roje che, scorrendo parallela all’A34, conduce all’ingresso dell’autoporto.

Gli accertamenti dell’incidente mortale sono stati effettuati dai carabinieri che si sono avvalsi dell’illuminazione garantita da un faro sistemato su un mezzo dei vigili del fuoco. Lo zoom illuminava solo il luogo in cui giaceva la vittima. Tutto attorno buio pesto. Dal poco che si è potuto osservare il sedime aeroportuale presentava un manto erboso rasato di recente e ripulito del fieno. Né è stato possibile riscontrare la presenza di eventuali cumuli di fieno in attesa di asportazione.

Il terreno si presentava asciutto, leggermente fangoso solo in prossimità del fondo delle impronte impresse dagli pneumatici dei pesanti mezzi agricoli.

Tanto per dire che l’incidente non sarebbe stato causato da avverse condizioni atmosferiche o anomalie/ostacoli evidenti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo