Ponte di Sabbioncello La Bosnia-Erzegovina denuncia la Croazia
ZAGABRIA
Sono iniziati ieri i lavori di costruzione del ponte di Sabbioncello e già i vertici politici della Bosnia-Erzegovina annunciano battaglia. L’opera, che collegherà la regione di Dubrovnik al resto della terraferma croata, permetterà di bypassare lo stretto corridoio di Neum, l’unico accesso bosniaco al mare Adriatico. Proprio per questo, a Sarajevo l’infrastruttura non piace. Commentando ieri l’inizio dei lavori, il presidente bosniaco Bakir Izetbegović - il membro musulmano della presidenza tripartita - ha dichiarato che «il fatto che la Croazia ignori le obiezioni bosniache significa una flagrante violazione del diritto sovrano della Bosnia ad accedere al mare aperto».
Secondo il capo di Stato, che già in passato si è espresso contro il progetto croato, Zagabria rifiuta da oltre 12 anni di trovare un accordo con Sarajevo sul confine marittimo (tuttora da definire) e con il suo progetto di ponte minaccia l’accesso bosniaco alle acque internazionali. Anche se il governo croato ha più volte assicurato che la struttura sarà sufficientemente alta da permettere il passaggio delle navi in direzioni di Neum, Izetbegovic è convinto che il governo croato stia calpestando, con la sua costruzione, i diritti della Bosnia. «Non mettiamo in discussione il diretto della Croazia a esercitare le proprie prerogative. Quello che chiediamo è che i nostri diritti, garantiti dalla convenzione delle Nazioni Unite, siano rispettati», ha dichiarato il capo di Stato bosniaco, lasciando intendere di essere pronto anche a passare alla maniere forti. Difendere i diritti sovrani della Bosnia è infatti «un obbligo legale e costituzionale» per il presidente. Secondo l’esperto di questioni marittime Nesad Alikadić, intervistato dalla televisione regionale N1, «Izetbegović ha accettato il suo compito di fare causa (alla Croazia, ndr.) e per quanto ne so i preparativi sono già in corso».
Due sarebbero le vie del ricorso su Sabbioncello, spiega Alikadić: un processo alla Corte di giustizia dell’Aja e un secondo procedimento al Tribunale internazionale del mare ad Amburgo. Nel frattempo, il ministro bosniaco degli Affari civili, Adil Osmanović, ha confidato a N1 di aver inviato al premier croato Andrej Plenković una richiesta di apertura di discussioni bilaterali sulla questione del ponte. —
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