Porto di Trieste, la lettera aperta di Serracchiani e Patuanelli
L’appello della ex numero uno della Regione Fvg e dell’ex ministro dello Sviluppo economico. Una delle realtà più dinamiche d’Italia rischia di andare a consumarsi nel localismo spartitorio»

L’annunciato sciopero alla piattaforma logistica è l’ultimo segno di uno stato di malessere e incertezza che si trascina da molti mesi nel porto di Trieste. Nell’ultimo anno abbiamo assistito allo stravolgimento dello scenario geopolitico ed economico internazionale, si sono accentuate e moltiplicate le tensioni commerciali. In più si è aperto lo scontro per le rotte delle “autostrade del mare” fra Trieste e la Turchia, mentre la fine dell’alleanza tra Msc e Maersk ha spostato molto traffico a Capodistria, storico competitore che tra circa un anno avrà in servizio la nuova ferrovia per Divaccia. A Fiume, in un contesto di crescita, è stato rinnovato per la terza volta il direttore del porto.
Durante lo stesso ultimo anno, anzi dal 1° giugno 2024 quando Zeno D’Agostino rassegnò le dimissioni, la carica di presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale è rimasta vacante. A nulla sono serviti appelli e richiami al superiore interesse di Trieste, della Regione e dello stesso Paese.
La nomina è rimasta in stallo, sottoposta a veti incrociati e oggetto di scambio e trattative tra partiti di maggioranza, in una rete che coinvolge anche altre authority in altri porti italiani. Quello che è stato uno dei porti più dinamici d’Italia, al centro di un sistema in crescita per traffico e valori economici oltre che nella struttura societaria, organizzativa e occupazionale, rischia di andare a consumarsi nelle sacche del localismo spartitorio.
Dal 2015 era iniziato un percorso virtuoso in cui tutte le istituzioni hanno accompagnato il lavoro del presidente Zeno D’Agostino, dalla “cura del ferro”, al recupero in chiave portuale delle aree dell’ex Ferriera di Servola fino agli ingenti stanziamenti previsti nel Pnrr. Quella stagione deve essere un esempio, non deve diventare mitologia e nostalgia. Ma questo pericolo c’è.
Il presidente Fedriga rassicura che entro settembre il ministro Salvini procederà alla nomina della nuova guida dello scalo triestino.
Auspichiamo che la Regione possa avere voce in capitolo nella scelta, che vengano coinvolti tutti gli operatori del settore e che le ragioni della competenza e dell’esperienza possano avere la meglio sulle sfere d’influenza partitiche. Non possiamo però nascondere la nostra preoccupazione, vista l’evidente interferenza di alcune forze politiche addirittura sulla nomina del Segretario generale. Questa è l’ultima chiamata per il porto di Trieste, perché la scelta del nuovo presidente non sarà solo l’indicazione di una persona più o meno autorevole, ma rivelerà anche la volontà della politica di proseguire un grande e orgoglioso progetto strategico adattandolo ai nuovi tempi. Per questo ci vuole forza e visione, sapersi prendere anche qualche critica, ma senza coraggio non si fanno scelte. —
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