«Portopiccolo: come in California»

Non fatevi ingannare: Portopiccolo è “piccolo” solo di nome. In realtà, l'estremità di Sistiana incastonata tra le falesie, a metà strada tra i castelli di Duino e Miramare, vola alto. Anzi altissimo. Oggi è il punto a nordest che sta cambiando più velocemente. Nell'ultimo triennio, in questi 353mila metri quadrati di pietra carsica sono avvenute trasformazioni che in ogni altra area della regione non si sono viste. Ma è ancora niente rispetto a ciò che, una volta tagliato il nastro, Portopiccolo (e tutto quanto le gravita attorno) diventerà. “La città del futuro, la città del benessere”, ripete come un mantra l'ad di Sviluppo turistico Sistiana mare, Massimo Suppancig, manager e imprenditore del made in Italy tornato dopo 30 anni a Trieste proprio per questa sfida.
Ma cos'ha di speciale?
Intanto, per come la vedo io, questa regione è una bellezza che non si è mai raccontata. Penso ai suoi aspetti naturalistici, archeologici, faunistici, storici ed enogastronomici. Inoltre - fattore essenziale – qui non si sono consumati scempi edilizi. E tutto questo a me, che sono uomo di marketing e strategia, pare un insieme perfetto per realizzare il nostro concetto, forgiato ad hoc per Portopiccolo, di città del futuro».
Cioè?
«Il borgo è immerso nella natura a 360°, ma risulta completamente automatizzato. Tutto qui è a impatto zero, con un progetto geotermico molto avanzato e una fibra ottica passiva che non ha eguali in Europa. Nello stesso tempo si regalano alternative di vita per il futuro in una regione unica: a soli 10 minuti da qui si giunge in un città splendida, che offre dalle rovine romane al teatro di altissimo livello, per non parlare dell'architettura. C'è un entroterra altrettanto straordinario, penso all'Isola della Cona, paragonabile alla Camargue, o al Villaggio del Pescatore coi suoi formidabili resti paleontologici, e ancora la Val Rosandra o Aquileia...Insomma: il nostro progetto offre sì accoglienza e ospitalità, ma anche molteplici interessi».
Come unire tutto questo, quando zoppica perfino il dialogo tra Comuni?
«Non sono d'accordo: noi abbiamo iniziato con un abbraccio splendido a tutte le realtà, che si chiamino Prepotto, San Dorligo o Draga Sant'Elia. La nostra struttura è capace di intessere un dialogo con chi produce e anche con chi promuove escursioni o altre iniziative di rilievo. Tant'è che abbiamo coinvolto questi attori nei nostri piani, mettendoci in relazione con la regione tutta e ricevendo molti consensi».
Si spieghi meglio.
«Attraverso il maxischermo digitale in piazza promuoveremo il territorio e i tour tra le sue specialità, che saranno organizzati da una società ad hoc. Non solo: stiamo studiando la costruzione di una app particolare, per lanciare in rete immagini di altissimo livello che faranno vivere praticamente dal vivo le escursioni. Inoltre a giugno ci sarà un nuovo sito ufficiale, un Portopiccolo 2.0, per gestire questi aspetti e veicolarne le informazioni».
Di cosa si occuperà questa società?
«Esclusivamente di attività sportive ed escursioni. Siamo felici di annunciare che in baia le persone potranno trovare ogni tipo di attività: canoa, kitesurf e perfino il Sup, l'ultimo trend in fatto di sport acquatici, cioè la rivisitazione moderna del surf hawaiano, in piedi su una tavola. E poi ancora scuba diving, windsurf e, sulle falesie, l'arrampicata. Per realizzare tutto ciò abbiamo appunto preso contatto con le associazioni che sul territorio praticano tali discipline, coinvolgendole nel progetto».
Insomma, la Caravella diventerebbe un parco sportivo?
«Guardi, noi stiamo vendendo in tutto il mondo la nostra costiera come se fosse la West coast, dove lo sport si fa in un certo modo. Del resto, un po' come in California, se attraversi alle 6 Barcola non ci trovi forse chi fa jogging o kite? Giusto ieri ero lì con degli ospiti americani: sono rimasti a bocca aperta!»
E le escursioni?
«Intendiamo portare le persone a vedere le peculiarità della fauna, i reperti archeologici e storici della regione».
Lasciando lo sport e toccando il palato, si parla anche di ristorazione stellata...
C'è un gran connubio con Luciano Tona, direttore didattico di Alma, la più bella scuola di cucina in Italia. Ci sta aiutando a non fare errori nella gestione degli chef e in tutte le nostre unità gastronomiche (26, ndr). Qui l'executive chef sarà Mariasole Capodanno, persona capacissima».
Quanto al wellness che dice?
«La medical-spa di 9mila mq che si inaugurerà a marzo sarà in assoluto la migliore. Perché? Semplice ha deciso di trasferirsi qui per gestirla la più brava professionista italiana, cioè Carmen Salvatore, una delle eccellenze che stiamo riuscendo a portare a Trieste, con un portafoglio di clienti fantastici nel mondo. A Portopiccolo si faranno la talassoterapia e numerosi altri trattamenti che non trovi altrove, se non recandoti a Quiberon, in Bretagna».
A proposito di transiti: il punto dolente non è forse la difficoltà di collegamento col Fvg?
«La cosa più importante, per far sì che un posto sia frequentato, è la possibilità di raggiungerlo. Noi cerchiamo di avere un approccio sereno con tutti, comprese le istituzioni, quindi l'invito è a riflettere sul fatto che abbiamo bisogno di essere raggiunti».
Cosa urge?
«Saranno necessarie tratte aeree giornaliere con Vienna, Mosca e i paesi amici. Purtroppo non potremo contare a breve su un Frecciarossa, ma già il fatto di non dover sempre cambiare il treno a Mestre potrebbe essere importante. E quindi collegamenti ferroviari diretti per Milano e Roma. Trieste e il suo circondario se lo meritano».
Come farà a vivere 12 mesi l'anno Portopiccolo?
«Il progetto nasce con un'attenzione ossessiva al particolare, non solo sotto il profilo architettonico, ma anche nella scelta delle persone, con l'assunzione di professionalità altamente specializzate. L'obiettivo è che qui, per la nostra offerta, transitino sempre persone di rilievo. La riprova è che tutti quelli che ho portato dai nostri produttori, per esempio, sono usciti estasiati. E parliamo di gente benestante, che ha visto di tutto nel mondo, e nonostante ciò paragona le osmize alle cantine californiane o toscane più belle. La risposta dunque è nel nostro prodotto, e parlo del territorio regionale, di altissima qualità».
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