Cabinovia di Trieste, il Consiglio comunale affonda nella variante: dopo 10 sedute esaminato solo un settimo degli atti

Iter infinito per l’“Accesso Nord”: rallentamenti, rinvii e scontri politici bloccano il dibattito. A rischio ferie, calendario del Consiglio e perfino il verdetto del Tar atteso a metà luglio

Francesco Codagnone

 

Meno di un settimo del dibattito totale. Arrivati in fondo alla decima, lenta, lentissima ed estenuante convocazione del Consiglio comunale dedicato alla variante “Accesso Nord” per la cabinovia, il voto finale non si vede neanche con il binocolo.

In dieci intere sedute – forse un centinaio di ore in tutto – gli eletti hanno esaminato appena una manciata di emendamenti e 24 opposizioni dei residenti a rischio esproprio, a fronte di altri 124 atti ancora tutti da esaminare tra ulteriori opposizioni, osservazioni e impugnazioni, più tutte le dichiarazioni di voto e l’ultimo giro di interventi. Montagne di documenti e fascicoli impilati ormai da un mese esatto al centro dell’Aula, a disposizione dei consiglieri, e ancora ben lontani dall’arrivare all’ultima pagina.

A questi ritmi, finanche il timido obiettivo di archiviare questa strana parentesi della politica triestina entro l’estate appare decisamente irrealistico, senza considerare le ulteriori sospensioni che si renderanno inevitabilmente necessarie per smaltire altre delibere importanti.

Altre parentesi, altri giorni che scorrono e scorreranno senza né capo né coda. Ferie saltate, appuntamenti rinviati, permessi dal lavoro e costi per la gestione dell’Aula, scanditi da lunghi interventi dei partiti di opposizione – che, per forza di cose, nel difendere legittimamente la propria posizione contraria tenderanno per ripetersi nelle argomentazioni – e altrettanto lunghi silenzi dai banchi di centrodestra.

Le temperature sono roventi e i consiglieri iniziano a snervarsi. In tutta la giornata di ieri, tra pause, ritardi, interruzioni e riunioni dei capigruppo gli eletti sono riusciti a esaminare e controdedurre appena tre opposizioni dei residenti a rischio esproprio: una bazzecola. Ieri mattina la seduta è iniziata più di un’ora dopo l’orario di convocazione, sostanzialmente per difficoltà dei consiglieri di maggioranza nel garantire il numero legale all’Aula. Numero che, peraltro, fino alla fine del pomeriggio è stato assicurato per un soffio. La presenza del sindaco Roberto Dipiazza è stata necessaria per pressoché tutta la seduta.

Anche per questo motivo, nelle due sedute già convocate per lunedì e mercoledì della settimana prossima i lavori del Consiglio comunale inizieranno alle 13, e non alle 9 come fatto sinora. Lunedì, peraltro, occorrerà mettere momentaneamente in pausa la discussione sulla variante urbanistica – proprio come fatto lunedì scorso per l’approvazione delle tariffe Tari e dell’assestamento di bilancio, con una prassi peraltro insolita nella gestione dell’Aula – per votare le nomine dei revisori dei conti, anch’esse in scadenza. A metà mese, a quanto emerge dovrebbe quindi toccare al Pac per l’ex Fiera, pronto al vaglio finale del Consiglio comunale. Il confronto sulla cabinovia riprenderebbe subito dopo: e, da lì, potrebbe richiedere altre decine e decine di convocazioni.

All’udienza del Tar sui cinque ricorsi tuttora pendenti contro l’impianto a fune mancano meno di due settimane, l’appuntamento è per il 15 e 16 luglio. Il verdetto del giudice amministrativo potrebbe arrivare già in quell’occasione, oppure al rientro dalla pausa di agosto. In entrambi i casi, probabile che il dibattito sulla variante urbanistica “Accesso Nord” sarà ancora decisamente aperto.

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