Perché contestiamo il premio Luchetta a Francesca Albanese
La lettera aperta inviata a Il Piccolo dal Presidente della Comunità Ebraica di Trieste e del Friuli Venezia Giulia Alessandro Salonichio e dal Rabbino capo della Comunità Ebraica di Trieste e del Friuli Venezia Giulia Eliahu Alexander Meloni

Riceviamo e pubblichiamo questa «Lettera aperta» che è stata indirizzata «alla Presidente Daniela Schifani Corfini Luchetta» in merito al Premio speciale della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin 2025.
Il Premio stesso verrà conferito a Trieste nella giornata del 21 novembre prossimo a Francesca Albanese, nell’ambito delle Giornate del Premio Luchetta in programma dal 21 al 23 novembre.
Abbiamo accolto con stupore e profondo rammarico la decisione di conferire il Premio Luchetta alla signora Albanese.
Siamo certi che la vostra Fondazione sia convinta di compiere un gesto giusto, premiando una persona che, a vostro giudizio, avrebbe manifestato coraggio nel denunciare quello che la stessa Albanese definisce come «genocidio».
In realtà state premiando una persona che diffonde falsità, incita all’odio e, soprattutto, si fa portavoce della difesa dei terroristi di Hamas.
La signora Albanese non ha mai voluto riconoscere che Hamas sia un’organizzazione terroristica, e ancor meno che sia un movimento intrinsecamente antisemita — non semplicemente anti-israeliano, come si tenta di far credere — il cui obiettivo dichiarato è la cancellazione dello Stato d’Israele e l’annientamento di tutti gli ebrei che vi abitano. Questo è, infatti, il significato autentico dello slogan “Free Palestine from the river to the sea”.
Il palese antisionismo della signora Albanese non è che la foglia di fico dietro la quale si cela un profondo antisemitismo. Quando questa signora si permette di rimproverare il Sindaco di Reggio Emilia perché egli, giustamente, desidera ricordare anche gli ostaggi trattenuti e torturati — come oggi è tristemente noto — ella lo fa invocando presunti valori di uguaglianza, di pace, di amore e di rispetto.
In realtà, la signora Albanese intende semplicemente cancellare ciò che avvenne il 7 ottobre 2023, sostituendolo con la narrazione del conflitto successivo, così da presentare Hamas come vittima.
Occorre inoltre ricordare che il governo israeliano — dalla vostra Fondazione frettolosamente etichettato come “di estrema destra” — non ha fatto altro che rispondere a un pogrom, ossia a un attacco contro civili inermi mossi dall’unico intento di ucciderli perché ebrei, nel tentativo di liberare gli ostaggi.
Non abbiamo mai udito, da parte di talune correnti politiche alle quali la signora Albanese presumibilmente si richiama, una sola parola di condanna per le torture, le privazioni e le uccisioni barbare inflitte a quegli ostaggi.
E non dimenticheremo mai i piccoli Ariel e Kfir Bibas, trucidati senza pietà dagli spietati terroristi di Hamas.
Peggio ancora: la signora Albanese — e con lei, indirettamente, la vostra Fondazione — arriva a sostenere che i veri colpevoli siano gli israeliani, attribuendo loro la responsabilità delle vittime civili di Gaza. Che vergogna!
Voi sapete — perché dimostrato e persino dichiarato da Hamas stesso — che tale organizzazione utilizza la propria popolazione come scudo umano. Eppure la signora Albanese tace. E la vostra Fondazione, nondimeno, le riconosce un premio.
Conferire il vostro premio alla signora Albanese significa, in definitiva, premiare la malafede, l’incitamento all’odio e l’antisemitismo. Significa, in sostanza, dichiarare di condividerne le sue posizioni.
È proprio attraverso iniziative come questa che si trasmette il messaggio che, oggi, l’antisemitismo non solo è tollerato, ma può perfino essere onorato con un premio. —
Alessandro Salonichio * Presidente della Comunità Ebraica di Trieste e del Friuli Venezia Giulia
Eliahu Alexander Meloni** Rabbino capo della Comunità Ebraica di Trieste e del Friuli Venezia Giulia
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