Preso con mille litri di gasolio Il pieno per le auto della ditta

Mille litri di gasolio acquistati in Slovenia hanno messo nei guai un artigiano triestino. È stato denunciato per contrabbando e il carburante gli è stato sequestrato dai finanzieri e dai doganieri. Ma è una storia che è segno della crisi. La benzina qui è molto cara e si cerca di risparmiare qualcosa.
La vicenda è iniziata a un distributore al di là del confine. L’artigiano è andato alla guida del suo pick up a riempire una cisterna metallica che era stata fissata nel vano di carico del mezzo. Poi si è diretto in Porto vecchio. Il gasolio che era andato ad acquistare in Slovenia sarebbe dovuto servire per rifornire alcune vetture di sua proprietà che si trovavano all’interno dello stesso scalo portuale.
Insomma, una sorta di rifornimento fai-da-te. Illegale, ma anche e soprattutto pericoloso. Quando l’altra mattina alla guida del suo pick up l’uomo è andato in porto è incappato in una pattuglia della guardia di finanza. I militari hanno controllato il contenuto della cisterna nel vano di carico e si sono accorti che era gasolio. Ma hanno accertato, dal colore, che il carburante era di provenienza slovena. L’’uomo ha cercato di spiegare che aveva acquistato il gasolio in Slovenia convinto che, dal momento che si tratta di un paese europeo, non ci siano più restrizioni e dunque nessun divieto. Ma a nulla è valso il suo tentativo di giustificazione. La legge infatti non solo non consente di trasportare carburanti infiammabili senza particolari accorgimenti tecnici e documentali. Ma l’importazione di carburanti dalla Slovenia, dove il gasolio costa un prezzo più basso che in Italia, è concessa solo per un quantitativo inferiore a 10 litri. Da qui la denuncia per contrabbando e il conseguente sequestro del carburante. Dopo quello che è successo, il procedimento penale che si è innescato costerà all’artigiano una somma di gran lunga maggiore di quello che aveva risparmiato nell’acquisto del gasolio in un distributore oltreconfine. Oltre ovviamente alla perdita di quanto speso in Slovenia per l’acquisto del gasolio.
Ma non si può certo escludere che la guardia di finanza attivi nei prossimi giorni una serie di accertamenti anche di tipo fiscale sull’attività dell’artigiano che voleva rifornire i propri mezzi di lavoro con carburante che - per evidenti ragioni - non poteva certo essere annotato nei cosiddetti fogli carburante, documenti che equipaggiano in genere i mezzi commerciali. Quello dell’acquisto di gasolio o benzina in Slovenia per effettuare successivamente i rifornimenti in Italia è un fenomeno che, come spiegano gli investigatori della Finanza, è molto diffuso proprio per ragioni economiche.
Ma senza dubbio adottare questa prassi è pericoloso e può causare incendi. (c.b.)
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