Pro Loco: «Riaffidateci la Festa del vino»

Bocciata dai vertici del sodalizio l’edizione 2016 risultata «snaturata». Blasini: «Di tradizioni locali ce n’erano ben poche»
Di Tiziana Carpinelli
Bonaventura Monfalcone-13.06.2015 Festa del vino-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-13.06.2015 Festa del vino-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

La saga della Festa del vino, edizione numero 59, si arricchisce di un nuovo succulento capitolo. Avevamo lasciato che il sipario calasse sulla popolare kermesse al cui timone, quest’anno, si era messo il Comune con intenzioni fastose, vedi l’ingaggio all’erede del re del liscio Mirko Casadei. Per due mesi la Pro Loco, “scippata” della regia, se n’è stata buona buona. Ma ora che si avvicina il rinnovo dell’amministrazione è giunto il momento di vuotare il sacco, dando l’insufficienza in pagella alla passata Mostra del Vino e del Pesce. E di chiedere, a chi verrà poi, di restituire la manifestazione alle sue tradizioni, tanto più che il prossimo anno traguarderà le prime sessanta primavere.

Perché se il presidente del sodalizio di via Mazzini punta l’indice sulle spese relative ai chioschi ospitati, Gian Carlo Blasini del Consorzio isontino delle Pro Loco parla apertamente di «iniziativa snaturata»: «Eccenzion fatta per l’area di piazza della Repubblica, su cui noi volontari abbiamo mantenuto il salottino degli aperitivi, il resto appariva come una qualunque sagra, senza alcuna peculiarità o richiamo specifico alle aziende locali, come invece si è sempre fatto nelle passate edizioni. Insomma, della Festa del vino, stavolta, era rimasto ben poco: ho notato più cucine che stand coi prodotti enologici». E molte aziende radicate non si sono viste, nonostante la Pro Loco avesse consegnato l’elenco dei nomi da invitare agli organizzatori. Accanto a un paio di produttori autoctoni e di associazioni del territorio con la loro offerta di vino, c’erano gli stand della birra di Sauris e di cocktail cubani, del Konopizza e della cucina argentina. Poco a che vedere, in effetti, con la partecipazione, due anni fa, di aziende provenienti da un po’ tutto il Friuli Venezia Giulia e di altre da Ungheria, Slovenia, Croazia e dalla Sardegna.

Qualcuno, poi, ha avuto da ridire sui costi, insinuando che sotto la gestione della Pro Loco prenotare un chiosco costasse di più ( 800-900 euro tutto compreso). «A giugno - spiega Milia - chi ha affittato lo stand ha versato 500 euro, ma per quanto mi è dato sapere il resto delle spese, a copertura anche dei costi di elettricità, acqua, Siae e via discorrendo, è stato coperto dall’ente locale con un contributo di circa 450 euro. Quindi non è affatto vero che i chioschi sono costati meno. Le spese sono sempre da coprire». C’è da dire poi che la Pro Loco doveva pagare anche la pulizia giornaliera dell’area e il nolo dell’attrezzatura necessaria. «Io spero che chi verrà dopo quest’amministrazione ci ripensi - conclude Milia - e riaffidi a noi la gestione della Festa, quest’anno data a una società dal Comune e risultata profondamente alterata. Si possono trovare mille modi per collaborare assieme».

Non resta che consolarci, a settembre, con la birra. Quella della nuova festa a tema all’orizzonte. Perché chissà se il cittadino ci ha fatto caso: il 2016 è un anno di manifestazioni a gogò per Monfalcone.

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