Profeti in transito a èStoria da Mennea a Moni Ovadia

Settanta eventi in programma a Gorizia dal 17 al 20 maggio, con 150 ospiti italiani e stranieri. Si rinnova l’appuntamento con il Premio Antonio Sema
Di Alex Pessotto

GORIZIA. 150 ospiti italiani e stranieri per 70 eventi in programma: due significativi numeri che fotografano l’ottava edizione di èStoria che si svolgerà a Gorizia da giovedì 17 a domenica 20 maggio. E che, quest’anno, avrà per tema “Profeti”, in omaggio a quelle personalità carismatiche dotate di straordinaria capacità di immaginare e progettare il futuro, di guardare all’orizzonte e interpretare l’onda che avanza.

Quattro giornate di èStoriabus in tour, tre appuntamenti di “Colazione con la Storia” condotti da Giorgio Dell’Arti, due spazi “agorà” nel villaggio èStoria e la tenda dedicata alle dirette di Radiouno Rai, che si conferma partner del festival, sono gli altri numeri della kermesse ideata dai fratelli Ossola e presentata nel capoluogo isontino.

Nelle tende Erodoto e Apih dei giardini pubblici di Gorizia, così, potremo vedere e ascoltare fra gli altri Corrado Augias (al quale sarà consegnato il premio FriulAdria, “Il romanzo della storia” promosso con pordenonelegge.it), Sergio Romano, Emilio Gentile, Vittorio Sgarbi (che ha suggerito di usare un lavoro di Cosmè Tura quale logo della manifestazione), Gabriella Caramore, Marcello Veneziani, Margherita Hack, Paolo Mieli, Lucio Caracciolo, Tullio Avoledo, Nino Benvenuti (in una conversazione con Gianni Decleva), Pietro Mennea, Gianantonio Borgonovo, Ernesto Galli della Loggia, Mirella Serri, Mario Liverani, Chiara Frugoni, Maurizio Seracini, Furio Colombo, Vincenzo Paglia, Marina Cattaruzza, Marco Cimmino, Paolo Cirino Pomicino, Folco Quilici e Moni Ovadia, che chiuderà il festival con lo spettacolo “Il registro dei peccati” domenica 20 alle 20.

Inaugurazione giovedì 17, alle 20.30, al Teatro Verdi con gli interventi delle autorità e la prolusione di Quirino Principe al concerto che seguirà: “Man-A Mass for Peace” di Karl Jenkins, che vedrà protagonisti la corale “Renato Portelli” di Mariano e l’Orchestra for Peace, diretti da Fabio Pettarin. Il primo appuntamento del festival è in programma già alle 13 di giovedì con l’èStoriabus “sulle tracce del milite ignoto” e, nei giorni successivi, nei luoghi di “Krasnov l’atamano: un cosacco dal Don al Friuli”, “La lesson learned di Caporetto”, “Il Collio e l’Antica Contea”, e “La conquista del Sabotino”.

Nei quattro giorni di èStoria i “profeti” saranno poi studiati a seconda dei periodi storici che li hanno trovati protagonisti: così avremo un itinerario dal mondo classico e dalle profezie dell’oracolo rievocate da Luciano Canfora e Monica Centanni, alla vicenda di Ipazia raccontata da Margherita Hack, Sylvie Coyaud, Silvia Ronchey e Valeria Palumbo; ancora, dai profeti medievali, di cui ci parlerà Franco Cardini arriveremo alle profezie di Maometto, rievocate da Farian Sabahi, Shahrzad Houshmand e Armando Torno, per giungere alla (profetica?) visione di Karl Marx al centro di un incontro con Paolo Mieli, lo stesso Canfora, Marcello Veneziani e Andrea Graziosi.

Saranno spiegate anche le profezie nell’arte, da una lectio di Vittorio Sgarbi, nell’economia (secondo la visione di Adriano Olivetti) da Furio Colombo, Marco Peroni, Giulio Mellinato e Massimo Cirri, mentre delle profezie tra scienza e fede dialogheranno Edoardo Boncinelli e Vito Mancuso quando occorre inoltre citare l’approfondimento sui profeti dell’oggi di cui si occuperanno Tullio Avoledo, Alberto Garlini e Pietro Spirito.

Nel ricco cartellone non mancherà uno sguardo, come sempre approfondito secondo lo stile di èStoria, su anniversari legati in qualche maniera a visioni profetiche: si parlerà del Titanic con Folco Quilici, Richard Davenport-Hines e William Ward; della Marcia su Roma con Giovanni Sabbatucci, Giuseppe Parlato, Marcello Veneziani e Stefano Folli; del Concilio Vaticano II con Giovanni Miccoli, Sergio Romano, Aldo Maria Valli e Luca Gallesi; della crisi di Cuba con Francesco Bascone, Georg Meyr, Demetrio Volcic, Ferdinando Sanfelice di Monteforte e Piergiorgio Gabassi; dell’attentato alle Olimpiadi di Monaco 1972 con Pietro Mennea, Ely Karmon, Aaron Klein e Georg Meyr; della goriziana “domenica delle scope” con il giornalista Roberto Covaz, Giulio Giustiniani e Giorgio Dell’Arti.

Si parlerà inoltre di Mani Pulite con Paolo Cirino Pomicino, Marco Damilano, Marco Gervasoni, Roberto Chiarini; dell’eccidio di Porzûs con Ugo Berti, Ernesto Galli della Loggia, Tommaso Piffer e Paolo Mieli; di italiani in Crimea con Giulio Vignoli, Giulia Giacchetti Boiko, Stefano Mensurati; di Cavour e Mazzini con Giorgio Dell’Arti, Simon Levis Sullam, Giuseppe Trebbi; di salute mentale e di Basaglia con Peppe Dell’Acqua, Silva Bon e Massimo Cirri.

Infine, si rinnoverà uno degli appuntamenti più di prestigio della kermesse: il premio Antonio Sema, dedicato agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado, che quest’anno apre anche una nuova sezione per giovani laureati in collaborazione con la rivista di geopolitica “Limes” (il suo direttore Lucio Caracciolo presiede la commissione giudicatrice) nonché con l’associazione pordenonese “Historia”.

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