Pronto soccorso sotto stress La Cgil: «Manca personale»

Un Pronto soccorso sotto stress a causa del super-lavoro. Con la sala d’attesa letteralmente presa d’assalto, pochi infermieri e ferie che troppo spesso saltano per garantire il servizio. È la fotografia in bianco e nero scattata dai sindacati sul punto di prima emergenza dell’ospedale monfalconese, tutto l’anno gremito di codici verdi, gialli e rossi. «Magari fosse solo un gioco di parole - commenta Luca Manià, segretario generale della Cgil-Funzione pubblica -. Invece è la preoccupante realtà dell’emergenza nella città dei cantieri». Stando al sindacalista le cifre appena rese note sul “buco” del personale nella sanità del Friuli Venezia Giulia (meno 479 unità solo nel biennio 2014-2015) «diventano una voragine se si usa lo zoom sull’Azienda 2 Bassa friulana-Isontina», dove il taglio è di 119 operatori solamente nell’anno appena trascorso: il dato in assoluto peggiore della regione.
«E da voragine - prosegue Manià - i numeri diventano emergenza quando si guarda al Pronto Soccorso dell’ospedale di Monfalcone, che ha avuto 30mila accessi nel 2015». Una media giornaliera di 82 ingressi per il presidio di via Galvani, in cui «sarebbero necessari almeno 31 infermieri e invece ce ne sono solo 27, peraltro da troppo tempo», la «programmazione dei turni salta, visto che c’è chi rimane a gestire emergenze per 12 ore di fila», si verificano «richiami in servizio durante i giorni di riposo» e le ferie non vengono fruite. Insomma, una situazione, per la Cgil, ormai giunta abbondantemente al limite. Al punto da lanciare un grido d’allarme, lavando i panni pubblicamente. «Mediamente gli infermieri presentano 20 giorni di ferie arretrate - sottolinea il segretario generale della Cgil - con punte di 32-35 giorni, cioè più di un anno di arretrato, e con l’avvicinarsi dell’estate tutto peggiorerà, in quanto alle mancate ferie degli anni scorsi si aggiungeranno quelle del 2016 e perché questo non è un reparto in cui si può ridurre l’attività e chiudere per consentire almeno la fruizione delle ferie “correnti”. Pertanto, se la Direzione aziendale non provvederà al più presto ad adeguare gli organici, la situazione diventerà non più insopportabile, bensì insostenibile». A peggiorare il già critico quadro, la riferita circostanza che, non essendoci guardia attiva di notte in Medicina, i pazienti vengono assistiti ricorrendo ai letti di osservazione dal pomeriggio fino alla mattina seguente, così ulteriormente aggravando il carico di lavoro sulle spalle del Pronto soccorso. «Una situazione più volte segnalata ai vertici aziendali - commenta Manià -, ma finora rimasta irrisolta, anzi acuita, poiché i primi dati del 2016 segnalano un ulteriore peggioramento degli organici aziendali, con un poco lusinghiero meno 20: di questo passo a fine anno arriveremo a un altro taglio di 120 lavoratori». Inutile rammentare che la scure sul personale cade in un ambito nel quale è invece fondamentale vi sia un numero adeguato di infermieri e medici, che non se la passano certamente meglio: ne mancano, sempre per la Cgil, almeno due.
Ma i sindacati intendono presto passare alle azioni: «È recente la sentenza sui riposi, che devono essere garantiti a chi lavora a turno anche in sanità, per il recupero psico-fisico del lavoratore, ma anche per l’attenzione e cura da darsi ai pazienti». «Verificheremo il rispetto di un tanto - conclude - e, nel caso, faremo la segnalazione agli organi competenti perché l’emergenza è il luogo di lavoro e non può essere invece la modalità ordinaria di lavorare».
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