Protezione civile Trent’anni passati in prima linea nelle emergenze
Francesco Fain
Trent’anni di servizio in prima linea. Oltre 600 i cittadini goriziani (e non) che hanno indossato con orgoglio quelle divise. La Protezione civile di Gorizia ha celebrato i tre decenni di vita ma quasi senza accorgersene, tanto è il lavoro silenzioso svolto per arginare l’emergenza coronavirus.
Una storia di volontariato, passione, sacrifici rimasta inalterata nel tempo per aiutare le persone che si trovano in situazioni di bisogno e per aiutare il territorio e l’ambiente che ci circonda.
Era il 29 marzo 1990 quando, nella sala del consiglio comunale, alcuni volenterosi cittadini goriziani si riunirono per fondare il Gruppo comunale di Protezione civile cittadino e la squadra di Antincendio boschivo. Volontari tutti d’un pezzo, tra i quali l’attuale coordinatore comunale Luciano Marconato che, tuttora mossi da quella stessa passione, hanno rappresentato la città di Gorizia in quasi tutti gli scenari italiani che nell’ultimo trentennio hanno visto protagonista la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia.
Nati inizialmente come squadra di antincendio boschivo, specialità tuttora operante nel gruppo, con pochi mezzi e tanta buona volontà e fatica, hanno maturato esperienza sul campo e, a dire il vero, in questi trent’anni ne hanno maturata veramente tanta. Molteplice e pluriforme l’attività. Qualche accenno visto che sintetizzare 30 anni di storia è impresa imbroba. Il gruppo, con un camion, qualche furgone e qualche Campagnola, ha girato l’Italia nelle principali emergenze allestendo tendopoli, spalando fango e neve tagliando alberi e arginando fiumi diversificate tra incendi, alluvioni, terremoti, frane e tanto altro ancora.
Cominciarono con le alluvioni nel territorio regionale del 1991 e del 1993, per passare al trittico di eventi alluvionali di giugno/ottobre/novembre 1996, con un’alluvione nella zona montana e del Pordenonese in regione.
L’anno successivo, i volontari di Gorizia si cimentarono con il terremoto dell’Umbria e delle Marche, per passare nel 1997 alla frana di Sarno e Quindici in Campania, dove intervennero tra i primi.
Gli anni tra il 1999 e il 2000 li videro protagonisti in ordinari interventi in regione tra trombe d’aria e alluvioni sul territorio regionale, prima di partire per l’alluvione del Piemonte e della Valle d’Aosta con mezzi e uomini. Il 2002 li vide nuovamente alle prese con il grave terremoto del Molise, mentre nel 2003 combatterono gli incendi boschivi sul Carso a causa di una grave siccità. Il 29 agosto 2003 partirono, come tutto il resto della Protezione civile regionale, per dare assistenza alle popolazioni della Valcanale-Canal del ferro colpite dall’alluvione, lavorando per giorni. Dalla mattina alla sera.
Gli anni tra il 2004 e il 2008 videro i volontari protagonisti di campagne di pattugliamento di antincendio boschivo in Sicilia, e nel 2008 impegnati nell’alluvione a Grado.
Nel 2009 i volontari furono in prima linea con più turni nel terremoto dell’Aquila. Gli anni tra il 2011 e il 2012 furono impegnativi con l’alluvione di Genova e il terremoto dell’Emilia. Il 10 agosto del 2013 li vide impegnati a combattere il fuoco sull’incendio del Montasio. Nell’anno 2014 ancora impegnati a Genova per l’alluvione e nel pattugliamento in pugli per gli incendi, mentre dal 2016 ha visto i volontari protagonisti nel terremoto di Amatrice e nel 2017 nell’emergenza neve a Montorio al Vomano. Tornando ai giorni recenti, i volontari sono stati protagonisti nella tempesta Vaia in Carnia sino all’odierna emergenza con assistenza alla popolazione per il coronavirus. —
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