Quando negli anni ’80 portò il fascino di Trieste a Parigi
il ricordo
Ho conosciuto Luciano Semerani per ragioni di lavoro. Era il 1985 e si stava preparando una delle più belle iniziative culturali varate da questa città: “Trouver Trieste”, un complesso di manifestazioni a Parigi, una delle capitali mondiali della cultura. Con questa iniziativa, sostenuta dal Comune guidato da Franco Richetti, Luciano volle dare di Trieste «un’immagine meravigliosa di mediterraneità, lontana da intenzioni didascaliche e agiografiche». E ci riuscì, facendo un «ritratto di una città senza provincia che non sa essere provincia e non può (nè vuole) essere metropoli». Fulcro delle manifestazioni le due grandi mostre spettacolo: “Le Bateau blanc” al Centre Pompidou e “Portrait pour une ville” alla Conciergerie.
Il successo fu internazionale e del resto Semerani era un architetto noto e stimato a livello internazionale. Nella sua autobiografia, uscita due anni fa, Semerani, ironico e graffiante, racconta la sua lunga carriera, i tanti incontri con intellettuali, politici, imprenditori italiani e di tanti altri paesi. Semerani si laurea in Architettura nel 1958 con Giuseppe Samonà, di cui è assistente fino al 1967. In cattedra Semerani è coordinatore del Dottorato in composizione allo Iuav (il prestigioso Istituto di architettura di Ca’ Foscari), oltre a essere visiting professor a Vienna e a New York e membro del Gestaltungbeirat di Salisburgo. E poi commissario del “Trouver Trieste” e della rassegna su “Lina Bo Bardi architetto” nel 2004 a Venezia e nel 2006 a San Paolo del Brasile. Insomma, gli spazi di azione del professore sono internazionali. Semerani ha collaborato con le più prestigiose riviste di architettura: “Casabella”, “Controspazio”, “Piranesi”, “Zodiac”. Nel 2008 ha aperto “Stazione Rogers”, un distributore di benzina, firmato dallo studio Bbpr diventato distributore di cultura. Il Bbpr era una delle più grandi e innovative realtà in campo architettonico, fondata nel ’32 da Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti e dal triestino Ernesto Nathan Rogers. E poi ci sono le realizzazioni a Trieste: con Gigetta Tamaro progetta l’ospedale di Cattinara. Realizza poi il Piano per il centro storico, che ora il Comune ha abbandonato. E il Terminal automobilistico del Silos. Senza contare le tante realizzazioni fuori città, i libri e i saggi pubblicati. Ci mancherà tanto. Ai figli le più affettuose condoglianze.—
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