Quel sogno di una nuova vita: «Voleva trasferirsi o farsi suora»

MUGGIA. «Poco prima di morire Maria Grazia Sasso sentiva l’esigenza di cambiare vita. Parlava di trasferirsi all’estero o addirittura di farsi suora». Emergono nuove notizie su quella che a Muggia è...

MUGGIA. «Poco prima di morire Maria Grazia Sasso sentiva l’esigenza di cambiare vita. Parlava di trasferirsi all’estero o addirittura di farsi suora». Emergono nuove notizie su quella che a Muggia è stata già ribattezzata la “donna fantasma”. A fornire delle informazioni sulla muggesana nata nella cittadina istroveneta il 24 giugno 1946 è una conoscente residente a Fiumicello, ex compagna di scuola della Sasso, che ha preferito però mantenere l’anonimato.

«Io l’ho conosciuta a Trieste quando andavamo a scuola assieme all’allora istituto tecnico femminile “Grazia Deledda”. Eravamo nella stessa classe. Facemmo due anni insieme e ricordo che all’epoca Maria Grazia abitava con la madre in piazza Perugino. Ricordo che era una ragazzina molto intelligente. Poi ci siamo continuate a sentire negli anni».

Maria Grazia Sasso si trasferiva continuamente di abitazione, da una città all’altra. Da Muggia si era spostata a Trieste, poi quando si era sposata con Giuliano Gerometta si era trasferita a Marina Julia.

«Confermo che amava molto i cavalli e infatti ne aveva diversi in località Primero, a Grado, di fronte all’attuale campeggio, ma anche a Marina Julia. Erano dei veri e propri maneggi».

Negli spostamenti frequenti della Sasso ci sono altre tappe regionali e non: Gradisca d’Isonzo, quattro anni in Messico dove il marito aveva conseguito un contratto di lavoro, prima di tornare nuovamente in Italia, ma a Fiumicello, dopo aver venduto la casa di Marina Julia.

A Fiumicello, peraltro, Maria Grazia si era dedicata all’allevamento di cani pitbull conseguendo anche una discreta nomea a livello regionale. Successivamente la donna si è spostata a Nizza.

Una giramondo, insomma, evidentemente benestante - viste le diverse proprietà immobili possedute - grazie, pare, al ben remunerato lavoro del marito, un ingegnere navale.

La vita di Maria Grazia Sasso si è ricollegata alla natia Muggia quando, una volta separatasi dal marito trasferitosi definitivamente in Messico, ha deciso di andare a vivere con la vecchia zia Emma Donini vedova Vallon in via Dante Alighieri, 36, sede peraltro in passato di una latteria gestita dalla stessa Donini Vallon, nonché lo stesso edificio dove Maria Grazia è stata rinvenuta oramai mummificata circa 7-8 anni dopo la sua morte per un probabile arresto cardiaco.

«Dopo non averla più sentita per un po’ l’avevo cercata tante volte al telefono, credo fosse il 2006. Ma non mi rispondeva mai nessuno. L’ultima volta che l’ho vista era al funerale della zia Emma, in cui vidi anche per l’ultima volta il fratellastro Flavio Braulin. Mi dispiaceva molto, ma ero sicura che se ne fosse andata via da Muggia. Era una persona che aveva necessità di spostarsi, di evadere. Nelle ultime conversazioni mi diceva che voleva trasferirsi all’estero, ritornare a Nizza, dove pare avesse ancora una casa. Ma mi aveva raccontato anche che stava ipotizzando di farsi suora... Quando ho letto il giornale e ho visto che fine ha fatto ho provato davvero un grande dispiacere».

Ma come è possibile che nessun parente si sia mai accorto che Maria Grazia Sasso fosse morta nella propria casa? L’amica di Fiumicello racconta dei due parenti: «Dell’ex marito so poco o nulla. So che ha avuto un incidente tantissimi anni fa mentre stava lavorando su una nave e che dovrebbe vivere in Messico. Mi risulta invece che sia ancora vivo il fratellastro Flavio, il quale dovrebbe risiedere a Trieste».

(r.t.)

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