Querci scarcerato grazie alla “salvaPreviti”

Concessi i domiciliari per motivi di salute all’ex docente universitario. Già a casa a Miramare
Lasorte Trieste - Processo Kreditna - Avv. Biondi a sin.
Lasorte Trieste - Processo Kreditna - Avv. Biondi a sin.

A casa, ai domiciliari, grazie alla cosiddetta legge “Salva Previti”. Così da ieri il professor Francesco Alessandro Querci, già docente di diritto della navigazione e per anni portavoce dell’associazione Porto Franco è a casa, - recluso - nella sua villa di viale Miramare, a pochi metri dal California. Ha lasciato dopo un mese la cella nell’infermeria del Coroneo dove ha vissuto assieme a cinque “coinquilini” già condannati per reati comuni, dispensando anche consigli giuridici.

A dire sì all’istanza - per motivi di salute - presentata dal difensore Giuseppe La Licata, è stato il collegio del tribunale di sorveglianza presieduto da Nunzio Sarpietro e del quale fanno parte il giudice Emanuela Bigattin e due esperti. Scarcerato, come detto, per ragioni di salute ma anche per l’età, secondo quanto previsto appunto dalla cosiddetta legge Salva Previti, , dal nome dell’ex ministro del governo Berlusconi condannato per corruzione in atti giudiziari.

La norma della legge infatti prevede la possibilità di scontare la pena ai domiciliari se l’età del condannato è superiore a 70 anni. E Querci che soffre di problemi cardiaci e circolatori ma anche di deambulazione da anni ne ha 77. Nella villa di vile Miramare dovrà scontare cinque anni, anzi, considerato il mese già passato dietro le sbarre, quattro anni e 11 mesi.

I giudici gli hanno imposto una serie di prescrizioni. Non potrà ovviamente uscire nemmeno per fare una passeggiata. Dovrà accontentarsi della vista dalla finestra del salotto. Ma non potrà neanche incontrare o ricevere persone, telefonare, scrivere o inviare e-mail. Gli è consentito solo di uscire dalla prigione dorata per ragioni di salute. Come possono essere un improvviso ricovero in ospedale oppure una visita medica necessaria per trovare una cura alle sue patologie. Nulla di più. Recluso, a tutti gli effetti. Anche se con una certa comodità. Perché almeno potrà dormire su un letto e non su una branda. E potrà usufruire del personale di servizio per essere, ad esempio, aiutato ad alzarsi dal letto o dalla poltrona. Quasi ogni giorno gli agenti di una pattuglia della polizia o dei carabinieri andranno a controllarlo. Lo faranno nello stesso modo in cui succedeva in carcere, quando nella cella che ha diviso con altri sei detenuti, entravano gli agenti della polizia penitenziaria. Querci dovrà essere lì, in casa, ad aspettarli.(c.b.)

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