Raccolta delle olive al top ma sotto l’insidia della tigna

TRIESTE. La raccolta delle olive sta completandosi. Quest’anno, per fortuna, nella zona tra Bagnoli e Caresana, come sulla costa slovena e nell’Istria, fino al fiume Quieto, la produzione è tornata...
Di Bruno Lubis
Lasorte Trieste - Caresana Dolina - Ulivi
Lasorte Trieste - Caresana Dolina - Ulivi

TRIESTE. La raccolta delle olive sta completandosi. Quest’anno, per fortuna, nella zona tra Bagnoli e Caresana, come sulla costa slovena e nell’Istria, fino al fiume Quieto, la produzione è tornata abbondante dopo la penuria di frutti della scorsa annata a causa della siccità. Con piogge piuttosto abbondanti, le piante degli ulivi sono state generose nel produrre frutti. Ma il tempo fin troppo clemente (pareva di vivere un lungo autunno con temperature che mai hanno sfiorato i zero gradi) ha permesso alla tigna dell’olivo di insidiare le piante dell’Istria meridionale, il Perentino e a Nord di Pola, zone da tempo votate alla coltura dell’olivo. Piccoli produttori hanno perduto quasi tutto il raccolto perché si sono accorti della tigna appena in estate. Chi è stato attento e fortunato è riuscito a tamponare l’infestazione e ha raccolto tutto il prodotto, risultato sano. Nell’area si coltivano alberi di ceppo antico come la Rossignola parentina, oltre alla Bianchera. Ma, più in basso della Penisola, per ottenere un olio suadente e vellutato, si sono piantati ceppi di Leccino, Pendolino, Carbonera: qualità che vengono da altre zone, specie dal Sud Italia. Buona, come si diceva la produzione della vallata tra Caresana e Bagnoli, un tempo la latitudine più a Nord per ottenere olio di qualità. Adesso gli ulivi sono tornati addirittura nel Cividalese, come era normale prima dell’ultima piccola glaciazione del 1400 ( e i toponimi come Oleis lo stanno a dismostrare). Sulla costa slovena frantoi al lavoro per estrarre preziosi olii. Il club della Storta – oliva tipica di Pirano e Portorose, già catalogata nell’ultimo Ottocento dagli agrimensori austriaci – rimpiange la scomparsa di uno dei promotori della tipicità dell’oliva di media grandezza ma storta come il chicco dell’uva Pizzuttella, quel Toni Biloslavo grande esperto d’arte e organizzatore culturale, oltre che gourmet sapiente.

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