Recintata la pineta di Cattinara per il nuovo Burlo, la protesta: «La Regione faccia un passo indietro»

Un centinaio di persone manifesta a difesa della pineta

e contro il trasferimento dell’Irccs dalla sede di via dell’Istria

Laura Tonero
Un momento della manifestazione in via Valdoni accanto alla pineta di Cattinara (foto Lasorte)
Un momento della manifestazione in via Valdoni accanto alla pineta di Cattinara (foto Lasorte)

«Fermatevi! Ripensate al progetto assurdo, grottesco e illogico di costruire il Burlo Garofolo al posto di questi 400 alberi». È l’appello rivolto alla Regione dal centinaio di cittadini che ha preso parte alla manifestazione pacifica davanti alla pineta di Cattinara. Un’iniziativa organizzata dal Coordinamento salviamo il Burlo e la pineta di Cattinara e programmata dopo che quell’area verde è stata transennata e consegnata alla Rizzani de Eccher, l’impresa che ha in appalto i lavori di riqualificazione dell’ospedale di Cattinara e di costruzione del nuovo Burlo.

Il progetto prevede appunto che l’Irccs sorga tra l’attuale parcheggio dei dipendenti e la pineta che si affaccia su via Valdoni. «Siamo qui – hanno spiegato i manifestanti a più riprese – per dire no a questa follia ambientale, sociale ma anche di salute, perché continuiamo a rimarcare che questa pineta è fonte di benessere psicofisico, mentre quello che vogliono costruire con cemento e asfalto sicuramente sarà un danno ambientale e sociale».

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Nel servizio fotografico di Andrea Lasorte, l’avanzamento del cantiere dell’ospedale di Cattinara, con la base dell’imponente gru e la costruzione della palazzina dei servizi. Qui la pineta

Al megafono, il portavoce del Comitato Paolo Radivo ha denunciato il fatto che la Regione «sta spendendo da anni milioni di euro per ristrutturare, ammodernare e ampliare la sede storica del Burlo Garofolo, e contemporaneamente sta spendendo e spenderà molti più milioni per abbattere centinaia di alberi e costruire un altro ecomostro a Cattinara».

Illustrando il progetto del nuovo ospedale infantile, Radivo ha riferito di «un edificio con cinque piani superficiali e due interrati destinati a un parcheggio da 728 posti, una strada per arrivarci e una per i veicoli di emergenza». «Un’operazione – ha aggiunto – che contrasta con i valori costituzionali del diritto all’ambiente, alla salute, che alcune sentenze di Tribunali civili come quello di Piacenza e Torino hanno riconosciuto come superiori a qualsiasi altro interesse».

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I lavori di costruzione della nuova palazzina dei servizi dell’ospedale di Cattinara Foto di Andrea Lasorte

Il Coordinamento, tra l’altro, guarda con sospetto la rapidità con la quale in questi giorni è stata transennata la pineta. Rilevando anche come Asugi non abbia «posto nessun avviso per informare il personale che la pineta è chiusa e che dall’ospedale non si può più attraversarne il sentiero per raggiungere l’autosilo di via Valdoni».

I manifestanti, rivolgendosi anche a coloro che sono favorevoli al trasferimento del Burlo Cattinara, hanno chiesto «che senso ha questa operazione e perché si è scelto di edificare proprio in questo punto, senza valutare siti alternativi?» .

Radivo ha poi parlato di un «nuovo Burlo spezzatino», visto che stando al quanto dichiarato dall’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi «quella sarà solo la sede principale del Burlo – ha riportato Radivo – mentre altri 5 mila metri quadrati saranno spalmati nel comprensorio». Provocatoriamente, il portavoce ha chiesto «perché se alla giusta regionale piace tanto costruire grattacieli sulle colline ventose e franose, non ne realizzano uno molto più alto e ci mettono dentro anche il Burlo?».

Alla manifestazione hanno preso parte anche la consigliera regionale di Patto per l’Autonomia – Civica Fvg Giulia Massolino e il consigliere comunale del Pd Luca Salvati. —

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