Regione Fvg, dalla manovra estiva 50 milioni alla sanità

TRIESTE. L’anno scorso, in assestamento di bilancio, sanità e welfare portarono a casa 50 milioni di euro. Quest’anno, tra farmaci che aumentano, aziende che non ci stanno con i conti, investimenti da sostenere, si fa il bis. La giunta tiene la bocca cucita, ma a quanto trapela il ddl della manovra estiva conterrà di nuovo quella cifra nel settore più delicato, e costoso, delle finanziarie regionali. Il tesoretto, ha reso noto Francesco Peroni, è di 277 milioni, di cui 55 vincolati a favore degli enti locali.
L’assessore alle Finanze, per adesso, è in grado di dettare solo l’agenda. «Gli uffici stanno lavorando, il ddl non ha una fisionomia definitiva», precisa anticipando per martedì 16 giugno l’adozione del testo in via preliminare da parte della giunta, cui seguiranno una settimana di confronti con categorie economiche e parti sociali, il dibattito in Cal per quel che riguarda la posta per Province e Comuni e, martedì 23, l’approvazione definitiva dell’esecutivo. L’iter proseguirà quindi nelle commissioni prima dell’approdo in aula, tra il 21 e il 23 luglio.
La situazione del Ssr, però, è già chiara. Non basta il fondo di 40 milioni previsto dalle linee di gestione 2015 e, conferma l’assessore Maria Sandra Telesca, già in parte distribuito (16 milioni, in particolare, sono stati dirottati all’Aas 2 Isontina-Bassa Friulana, come da richiesta successiva alla costruzione del Pal, Piano attuativo locale). Ci sono i “rossi” proiettati a dicembre dell’ospedale di Pordenone (12 milioni) e di quello di Udine (9 milioni, a pesare principalmente sono i costi della farmaceutica), mentre l’Aou di Trieste regge. E dunque, anche se l’assessore rimanda l’ufficializzazione della cifra, la quota dell’assestamento riservata a spesa corrente socio-sanitaria e welfare viaggerà anche quest’anno attorno ai 50 milioni.
Nell’attesa della proposta della giunta, le forze politiche hanno intanto iniziato qualche ragionamento su come utilizzare al meglio risorse non poco consistenti (per quanto inferiori di una settantina di milioni rispetto all’avanzo dell’anno scorso) che permetteranno, rimarca anche Peroni, «azioni molteplici ed efficaci in coerenza con le nostre politiche».
Una prima idea è quella del Pd. Renzo Liva, presidente della prima commissione Bilancio, citando i grandi temi sanità, enti locali ed economia «attraverso Rilancimpresa», non dimentica «ossigeno e mezzi da dare alle riforme in corsa e a quelle in gestazione». Ma individua anche una soluzione specifica sul fronte delle grandi opere: «Un’altra priorità sarà trovare meccanismi innovativi di finanza che permettano l'immediata cantierabilità. Stiamo pensando a un meccanismo finanziario innovativo che consenta di superare il patto di stabilità e di sostituire i vecchi e impraticabili impegni di spesa pluriennale per l'immediato avvio di alcune grandi opere importanti e strategiche, accuratamente selezionate». L’ipotesi, spiega ancora Liva, è quella di un fondo rotativo «che possa incamerare i mancati impegni pluriennali in modo da favorire il supporto agli investimenti immediati nei cantieri».
Di un intervento a sostegno dell’edilizia parlano anche i Cittadini. «Mi concentrerei in particolare sul recupero dell’esistente tra i privati e sulle emergenze storico-architettoniche su cui c’è grande urgenza di investimenti - afferma il capogruppo Pietro Paviotti -. Un buon numero di domande può incentivare un settore economico che più di altri ha pagato le conseguenze della crisi, ma che rimane trainante pure sul fronte occupazionale».
Tra le altre istanze alle giunta anche «il completamento dei finanziamenti al mondo associativo, in primis culturale, che con piccoli aiuti può avviare attività importanti e di aggregazione sul territorio». Dal capogruppo di Sel Giulio Lauri, infine, arrivano due richieste: «È necessario dare gambe alla riforma sanitaria perché senza risorse anche le buone idee fanno fatica ad affermarsi. Dopo di che serviranno supporti ai temi economici, dall’industria alla portualità e a tutto ciò che può avere un impatto sull’occupazione».
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