Relitti di auto e moto nei boschi del Carso: entrano in azione i cacciatori di carcasse

L’appassionato di veicoli storici Christian Duro ha lanciato anche un gruppo Fb che sta coinvolgendo molti triestini 

TRIESTE Auto, scooter, moto, veicoli speciali a tre ruote, camioncini, e persino ruspe e autobus. Il Carso è pieno di vecchi mezzi a motore abbandonati, diventati purtroppo parte del paesaggio. Alcuni triestini sono diventati ora veri e propri “cacciatori di carcasse” attraverso il gruppo Facebook “Relitti carsici”, fondato di recente da Christian Duro. Quasi ogni giorno spuntano immagini di veicoli nascosti, di vario tipo, certi particolarmente datati. Ecco qualche esempio: vespe e lambrette, diverse Fiat 500, una Simca 1000, una Lancia Fulvia, una Bmw 700, e poi qualche Ape Piaggio, un camper, ma anche un escavatore, alcuni furgoncini e altri rottami ormai talmente malmessi da rendere irriconoscibili marca e modello. I triestini coinvolti nella “caccia” hanno scattato queste foto in diverse zone dell’altipiano. Tra le foto più curiose ci sono quelle di tre vespe, a poca distanza, immortalate vicino al campeggio dell’Obelisco, a Opicina. Dimenticate da tempo, arrugginite, parcheggiate nel verde. E ancora spunta una Simca, rotolata giù da un burrone, nella zona di Contovello, forse in seguito a un incidente e rimasta lì probabilmente da decenni, malconcia e adagiata su un albero.

I relitti di auto e moto del Carso diventano un caso social


«L’idea di avviare il gruppo – spiega Duro – è nata dalla mia passione per i veicoli storici. Io guido un vecchio fuoristrada del 1989, che era stato abbandonato e che ho rimesso a posto. Ma il mezzo che più ha attirato la mia attenzione è una ruspa enorme, rimasta in una cava in disuso a Basovizza. All’inizio, girando in Carso, ho trovato diversi veicoli lasciati al loro destino. Poi, parlando con altre persone, ho scoperto che i mezzi erano veramente tanti. Così ho pensato ai social, per creare una sorta di archivio, una piattaforma virtuale che potesse fungere pure da segnalazione, che sta riscontrando grande successo». Ma come mai questi mezzi sono finiti nel “dimenticatoio”? «Alcuni sicuramente sono stati coinvolti in incidenti e non sono mai stati rimossi – spiega Duro – come nel caso di qualche auto capottata non lontano dalla strada. Del resto niente si sa. Si possono solo fare ipotesi. Forse alcuni sono stati rubati. Altri, tipo quelli che giacciono da 30 anni, si sono guastati e sono stati abbandonati dai proprietari che non volevano o potevano ripararli né rimuoverli».

Duro si è imbattuto anche in un piccolo cimitero di carcasse. «Mi è apparso improvvisamente, durante una passeggiata sul Carso», racconta: «Ci sono alcune auto, due Ape e un camion che sul tetto tiene ancora una piccola imbarcazione. Chissà qual è la loro storia». Quasi ogni giorno, come detto, gli utenti pubblicano qualcosa di nuovo, scovato tra cespugli o aree boschive. Talvolta sono solo singoli pezzi: volanti, manubri o cambi. Alle volte la sorpresa è più voluminosa: come un autobus, fotografato a Monfalcone. «Quasi sempre – conclude Duro – non c’è la targa e i mezzi sono talmente rovinati che è impossibile risalire persino al numero di telaio».—


 

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