Caso Resinovich: «Quella frattura potrebbe essere opera mia»

Un preparatore anatomico ipotizza che la lesione alla vertebra rilevata dal team di Cattaneo sia stata fatta in sede di autopsia

Laura Tonero
Un’immagine che ritrae i coniugi Liliana Resinovich e Sebastiano Visintin
Un’immagine che ritrae i coniugi Liliana Resinovich e Sebastiano Visintin

«Potrei aver procurato io quella frattura alla vertebra della signora Liliana Resinovich». Il preparatore anatomico che l’11 gennaio 2022, nella sala anatomica dell’obitorio di via Costalunga, prese parte all’esame autoptico sul corpo di Liliana, nei giorni scorsi si è presentato spontaneamente dagli inquirenti. A breve verrà ascoltato direttamente dal pubblico ministero Ilaria Iozzi, che dirige le indagini sulla morte della 63enne triestina trovata cadavere il 5 gennaio 2022.

Il tecnico, un giovane triestino, non esclude che alcune manovre che ha eseguito sul cadavere possano aver procurato quella lesione alla faccetta superiore sinistra della vertebra toracica T2, rinvenuta nel corso della seconda autopsia eseguita sui resti della donna, quella che la Procura ha affidato al team dell’antropologa forense Cristina Cattaneo.

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Una foto di Liliana Resinovich

Quella del preparatore anatomico, o tecnico di sala settoria, è la figura che lavora a supporto dei medici legali o degli anatomopatologi. Assiste gli esami e svolge attività preparatorie anche dei cadaveri e di follow-up.

Nelle ultime settimane quella frattura trovata sulla vertebra di Lilly è stata al centro di un confronto tra i medici legali di parte coinvolti nel caso.

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Barisani assieme a Bevilacqua (Lasorte)

Con la difesa di Sebastiano Visintin, il marito di Liliana indagato per l’omicidio della moglie, che non esclude quella frattura sia stata procurata da una movimentazione del cadavere nel momento del ritrovamento, e i consulenti dei familiari che invece ritengono che questo non sia possibile.

Il preparatore anatomico deve aver ripensato quindi al giorno dell’autopsia, trovando compatibili i movimenti fatti fare al cadavere con quella frattura. Da questo, evidentemente, il suo farsi avanti con gli inquirenti.

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Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin

Sia chiaro, i consulenti della Procura nelle loro conclusioni parlano di «complesso lesivo eteroinferto presente sul corpo della donna», che assieme ad altri fattori «convergono a delineare uno scenario in cui solo una dinamica omicidiaria estrinsecatasi a mezzo di soffocazione esterna diretta trova concreta motivazione tecnica».

Non ruota tutto intorno a quella frattura quindi, ma ha un peso. Quella frattura non era stata rilevata nel corso della Tac eseguita l’8 gennaio 2022, due giorni prima dell’autopsia. Un errore di valutazione oppure la lesione è stata procurata in sede di autopsia, ovvero dopo la Tac? Il team di Cattaneo rilevandola sui resti ossei, nell’interpretarla rileva come «dopo il ritrovamento del corpo non risultano esservi state manovre post-mortali tali da poter giustificare l’insorgenza della suddetta frattura».

Indipendentemente dal peso che verrà dato ora alle parole del tecnico – non ci è noto se abbia anche della documentazione a supporto – quello che emerge è che la relazione del team Cattaneo invece di mettere un punto fermo, almeno sotto l’aspetto medico-legale, sta alimentando altri dubbi. E non è escluso che questo caso dopo oltre tre anni riservi altri colpi di scena. —

 

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