Revas in vendita, Petrol Lavori si smarca

Da venerdì 4 a venerdì 11 dicembre: una settimana per decidere il destino della Revas e dei suoi 132 dipendenti. Venerdì scorso alle 12 era scattato il termine ultimo per la presentazione di offerte migliorative rispetto alla proposta formulata da Saiph, la società del gruppo Orion che ha in carico l’acquisizione di Revas.
Venerdì 11 alle 10.30, nello studio del curatore fallimentare Piergiorgio Renier, si procederà all’esame delle offerte eventualmente pervenute mediante - come recita il disciplinare - «gara informale con rilanci non inferiori all’1% del prezzo base totale».
Naturalmente nulla filtra dalla curatela riguardo possibili “sfidanti” della proposta avanzata dal patron di Orion, Luca Farina. Proposta imperniata su un corrispettivo di 2,5 milioni di euro per ottenere il sito produttivo in via Caboto 27, dove una volta operava la Stock: Saiph-Orion ha provveduto, come prescritto, al tempestivo bonifico del 10%.
Domani i rappresentanti della offerente incontreranno i sindacati per un ulteriore confronto sui programmi di rilancio industriale e di recupero occupazionale: ma è quantomeno probabile che Orion si tenga i numeri in tasca fino a quando non sarà chiaro in quanti disputeranno la partita Revas. Anche se Farina ha già spiegato che nel suo progetto non c’è spazio per tutti 132 i dipendenti, perchè salterebbe l’equilibrio gestionale dell’operazione.
A fine settembre, quando la sezione fallimentare del Tribunale sentenziò il crac dell’azienda metalmeccanica, sul tavolo del giudice relatore Riccardo Merluzzi giunsero quattro manifestazioni di interesse: due di carattere industriale - gruppo Orion e “cordata” Petrol Lavori - e due di carattere immobiliare - Demus e Frigomar - interessate soprattutto allo sbocco che la fabbrica ha sul Canale navigabile.
Sicuramente una di queste manifestazioni non si è poi tramutata in un’offerta destinata all’attenzione di Renier: infatti Walter Radin, leader della “cordata” che faceva capo a Petrol Lavori e che annoverava anche il Nuovo Arsenale triestino, non ha ritenuto di rilanciare rispetto ai 2,5 milioni appoggiati da Farina sul tappeto di gioco. «La nostra offerta - ha sinteticamente commentato Radin - era quella di fine settembre, non c’era ragione per modificarne l’impianto. Noi intendevamo procedere a un iniziale affitto di ramo d’azienda. Le cose hanno preso un’altra strada, vedremo».
Insomma, l’appuntamento è tra pochi giorni in via Coroneo 4, domicilio professionale di Renier: venerdì 11 si dovrebbe sapere chi ha accettato la sfida di Saiph-Orion. Intanto Revas continua a lavorare, sia pure a ranghi ridotti, la cassa integrazione ha di fatto dimezzato l’organico operativo. La fabbrica è attiva: anche perchè il principale cliente, la Wärtsilä diretta da Sergio Razeto, ha confermato le commesse.
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