«Ricorso al Tar contro l’Aia della Ferriera»

I due parlamentari ex grillini pronti all’azione giudiziaria. “NoSmog” denuncia: «Ancora sforamenti»
Di Massimo Greco
Lasorte Trieste 31/01/16 - Manifestazione per la Salute contro la Ferriera
Lasorte Trieste 31/01/16 - Manifestazione per la Salute contro la Ferriera

La parola andrà al Tar. Non è ancora ufficiale, gli avvocati stanno ancora pesando le carte, ma il probabilissimo punto di caduta avverrà sui tavoli della giustizia amministrativa. Bersaglio è l’Autorizzazione integrata ambientale, meglio nota con l’acronimo Aia, riguardante la Ferriera di Servola.

Un documento che non piace affatto all’associazione “NoSmog” e ai parlamentari Lorenzo Battista (Gruppo per le autonomie) e Aris Prodani (Gruppo misto), entrambi ex grillini. Tanto da aver dedicato ieri mattina all’atto, frutto di una conferenza di servizi durata 8 round (con la partecipazione di Regione, Comune, Provincia, Arpa, Azienda sanitaria), un incontro all’insegna di un metodico smontaggio, dall’inequivocabile titolo “E’arrivata la MannAia?”.

Davanti a una trentina di persone assiepate al caffè San Marco, in apertura Adriano Tasso ha tracciato il sommario della giornata: i dati ambientali non migliorano, gli sforamenti proseguono, l’area “a caldo” dello stabilimento deve essere chiusa, «altrochè paletti a garanzia della salute - ha celiato - la nuova Aia al massimo ha fissato stuzzicadenti!».

Poi Battista, Prodani, Alda Sancin hanno cominciato a “svitare” il provvedimento preparato dagli enti pubblici deputati. Ci sono ben 21 ragioni di contrarietà o di perplessità relative all’Aia. Ne proponiamo una campionatura: non si fa divieto all’uso contemporaneo dei due altoforni; non viene citata la legge sul benzopirene; si dà tempo ben 36 mesi per il completo risanamento acustico; la centralina San Lorenzo vede innalzare il limite delle Pm 10 da 50 a 70 microgrammi/metrocubo, quando l’Oms consiglia un limite a quota 20; la centralina di Muggia non misurerà il benzopirene nel periodo estivo, quando Servola registra i picchi più elevati; manca ogni riferimento alle normative in materia di incidente rilevante, l’ex “legge Seveso”, e all’adempimento di un piano di sicurezza esterno. Risultato finale: non cambia alcunchè rispetto al quadro precedente, la previsione nelle parole di Alda Sancin è «futuro fosco».

Lo attestano - secondo la nota distribuita ieri mattina - gli sforamenti rilevati sulle Pm 10: in gennaio 9 a San Lorenzo, 7 in via Carpineto, 7 in via Pitacco, 6 in piazza Libertà. Nei primi giorni di febbraio 3 a San Lorenzo, 2 in via Carpineto, via Pitacco non è pervenuta, 2 in piazza Libertà. L’entrata in attività dell’aspiratore ha lievemente abbassato le medie ma ha innalzato il livello dei rumori.

Battista ha posto ulteriori interrogativi: dov’è uno studio epidemiologico, dov’è uno studio sullo stress, perchè l’indagine sulla salute degli operai è stata secretata. E ha ricordato all’attenzione di Cosolini l’articolo 29 quater comma 7 decreto legislativo 152/2006: «Il Sindaco ... qualora lo ritenga necessario, nell’interesse della salute pubblica, può, con motivato provvedimento, ... chiedere al servizio competente di riesaminare l’autorizzazione rilasciata ...».

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