Ricoveri gratuiti in Rsa anche dopo i 60 giorni

Ci sono voluti 10 mesi, al Tdm, per sottoporre il caso di una richiesta di permanenza in Rsa superiore ai fatidici 30 giorni per il livello di assistenza base a carico del sistema o 40 per quello riabilitativo perché «il distretto, o l’azienda, non voleva fare proprio il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017, recepito dalla Regione, che porta la gratuità al ricovero, in quel reparto, fino a 60 giorni; ciò nei casi in cui l’ospite necessiti di ulteriori trattamenti estensivi per motivi clinici-riabilitativi, nonché per le cure».
Non sono molti i cittadini al corrente di questa disposizione, «anzi ci sono persone che pagano pur avendo titolo alla gratuità», così delineando dei casi di possibili ricorsi per l’ottenimento di un rimborso, come riferisce sempre il presidente Sergio Trani.
Invece il Tdm resta ancora in attesa di un riscontro, nuovamente in riferimento alla Rsa, del caso di una malato di Alzheimer che a seguito della sentenza 617 del 2017 del Tribunale di Monza, la quale si è uniformata al pronunciamento della Cassazione numero 2276 del 2016, avrebbe diritto alla gratuità del ricovero. Il giudice aveva infatti sancito che il malato sofferente patologia degenerativa ricoverato in Rsa e bisognoso di prestazioni sanitarie non deve pagare la retta, la quale invece dev’essere a carico del Servizio sanitario nazionale e non più dei parenti.
Stando alla Suprema corte, infatti, quando c’è stretta correlazione tra prestazioni assistenziali e sanitarie, anche le prime sono a carico del Servizio sanitario e non possono, invece, essere fatte pagare ai malati e ai loro parenti. —
T.C.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo