Rimpasto nel Comune di Trieste. Spunta l’ipotesi Terranova in giunta

TRIESTE «Io cheee?». Il segretario generale del Comune di Trieste Santi Terranova balza sulla sedia quando gli si chiede se davvero si sta valutando di riservargli un posto in giunta dopo il suo pensionamento, previsto per fine anno.
Terranova, uomo di fiducia da sempre del sindaco Roberto Dipiazza, nega con decisione la possibilità, eppure quella che circola nei corridoi del Comune di Trieste è più di una voce. Piuttosto che privarsi di una colonna della sua amministrazione, il primo cittadino starebbe valutando la possibilità di riservargli un posto nell’esecutivo.
È l’ultimo capitolo dell’infinito toto-assessori in corso in queste settimane e destinato a durare ancora un po’, almeno fino a dopo le elezioni regionali di fine aprile.
Con tutta probabilità sono due i “buchi” che Dipiazza si troverà a dover colmare: uno pressoché certo è quello del vicesindaco leghista Pierpaolo Roberti, lanciato verso lidi regionali. L’altro è quello dell’assessore ai servizi sociali Carlo Grilli (Lista Dipiazza), anche lui imbarcato in una gara per un posto in consiglio regionale, nelle fila dei tondiani. L’equazione si fa sempre più complessa, perché Forza Italia da mesi ormai batte i pugni per avere la delega del vicesindaco (agli occhi degli azzurri doverosa per il primo partito di coalizione) mentre la Lega dovrà in ogni caso rimettere un suo uomo in giunta. Ruolo per cui il capogruppo Paolo Polidori pare al momento essere in pole position.
È in questo scenario che nasce l’ipotesi Terranova, caldeggiata da una parte del centrodestra e in corso di valutazione da parte del sindaco. A partire dal prossimo dicembre, infatti, il segretario generale maturerà gli anni necessari per il pensionamento. Dipiazza non desidera privarsi del suo apporto, essendo Terranova l’unico uomo sulla piazza a saper tenere le redini della complessa macchina comunale.
Una macchina che negli ultimi anni ha sofferto (e soffrirà) l’addio di dirigenti storici e che al momento si trova in affanno.
S’impone quindi la necessità di trovare un modo per assicurarsi la permanenza del segretario al timone. I percorsi possibili sono due: uno lo vedrebbe mantenere un ruolo dirigenziale, l’altro invece è squisitamente politico.
La possibilità che Terranova resti un uomo della macchina, spiega un addetto ai lavori, è la seguente: è in corso un confronto fra i Comuni dell’ex Provincia, ora Uti, per un segretario generale unificato, affiancato da dei vice “forti” sul territorio. Al momento solo Duino non sarebbe interessata alla possibilità. Inutile dire che un ruolo simile sarebbe ideale per Terranova, nel caso in cui non andasse in pensione.
Se dovesse farlo, però, la legge Madia gli impedirebbe di collaborare con la pubblica amministrazione. Si aprirebbe quindi la via politica. E il sindaco sta accarezzando l’idea di affidargli un incarico da assessore con deleghe che gli consentano di occuparsi di materie a lui famigliari, come gli Affari generali o il bilancio. Sempre che non rientri anche lui nella partita per il vicesindaco, nel ruolo di outsider.
Il diretto interessato, però, nega con forza: «Innanzitutto io potrei andare in pensione solo a partire da dicembre e non è detto che ci vada». Improbabile, ragiona, che la giunta tenga in sospeso un posto da maggio (dopo le regionali) fino a fine anno. Inoltre per il segretario si tratterebbe si un salto in basso in termini di stipendio. E di un salto netto non da poco. Insomma una prospettiva che non tenta affatto Terranova: «Se si fanno domande politiche sono l’uomo sbagliato a cui chiedere», dice. E chiosa: «Se poi mi si chiede se un incarico da assessore è attribuibile a uno che è andato in pensione, dico che a rigor di legge è possibile». Ma in ogni caso il suo pensionamento non è compatibile con i tempi della giunta, precisa.
Al di là di Terranova, nel centrodestra c’è chi apprezza l’ipotesi, chi ancora non ne sapeva nulla, e chi la trova un’idea balzana. Chi vivrà, vedrà.
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