Rischio-sisma, la città sotto osservazione

In base alla normativa, il territorio del comune di Monfalcone è stato definito non sismico. Nel 2010, però, la nuova caratterizzazione prevede che in Italia non esiste più alcun comune definito “non sismico” e Monfalcone è in classe 3, quindi è stata classificata come una zona in cui possono verificarsi forti terremoti ma rari. «Questo ha sicuramente implicazioni sulla progettazione delle strutture», afferma l’assessore alla Protezione civile Gualtiero Pin, che ha voluto promuovere martedì, alle 17, nella sala conferenze della Biblioteca, un incontro dedicato a “Territorio e sismicità”.
A parlare delle potenzialità sismiche della zona sarà il geologo e ricercatore del Centro ricerche sismologiche dell’Ogs, Gianni Bressan. Nell’area di Monfalcone esiste, in base alle conoscenze della geologia, un sistema di faglie importanti che prosegue poi verso Trieste. Nella mappa del territorio sono indicate faglie sepolte o incerte, ma nel caso di Monfalcone la faglia è sepolta, di poco, ed è certa. Come spiegherà il ricercatore dell’Ogs, nel corso degli anni è stata chiamata Faglia di Palmanova, e poi Faglia di Panzano. Più interna c’è poi la faglia indicata come linea di Monfalcone. È importante valutare, quindi, l’attività della faglia, per geologi e ricercatori, cosa peraltro non semplice, vista la carenza di dati disponibili. Uno studio pubblicato nel 2012 stima la magnitudo di un eventuale terremoto generato dalla faglia, ma non analizza la probabilità che il terremoto si verifichi. La stima presenta comunque delle approssimazioni sulla geometria, in particolare la lunghezza della faglia, che potrebbe essere più corta (forse interrotta a Sistiana), e quindi produrre un terremoto di magnitudo più bassa. Ci sarebbe, infine, uno studio della Regione sull’area del Lisert in cui è stata ipotizzata anche la possibilità di fenomeni di liquefazione delle sabbie, cosa avvenuta nel terremoto di Ferrara degli anni scorsi, che ha provocato cedimenti alle fondazioni. Gianni Bressan, dopo aver operato al Cnr di Milano, dal ’91 al ’96 ha rivestito l’incarico di responsabile del neocostituito Dipartimento Crs, occupandosi della riorganizzazione e ammodernamento della rete sismica per finalità di ricerca e protezione civile. Le attività di ricerca riguardano le relazioni tra tettonica, struttura crostale e sismicità, i parametri geofisici che caratterizzano le zone sismogenetiche, l’evoluzione spaziale e temporale delle sequenze sismiche.(la.bl.)
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