Stanziati tre milioni per i lavori nella Risiera di San Sabba a Trieste
Previsto il rinnovo di bookshop, ascensore, sala di lettura e spazio conferenze. Resta aperto il nodo della capienza con la difficoltà di accesso alle commemorazioni
Sessant’anni fa anni il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat dichiarava la Risiera monumento nazionale. Dieci anni più tardi, dopo un’importante ristrutturazione progettata dall’architetto triestino Romano Boico, il museo e memoriale venne aperto al pubblico. Da oltre due anni il sito è ora oggetto di importanti lavori strutturali, i più importanti dall’intervento di Boico.
Le nuove opere renderanno il sito da circa 130 mila visite all’anno più fruibile, «ampliandone anche le potenzialità, perché i musei – così l’assessore alla Cultura Giorgio Rossi – devono essere supportati anche da attività collaterali, dalla didattica alla ricerca, dalle conferenze agli eventi».
Una parte dei lavori è terminata, l’altra si concluderà entro la prossima primavera, si vedrà se prima o dopo il 25 aprile. Attualmente i visitatori, proprio per i lavori in corso, accedono alla Risiera da piazzale De Simone.
Muovendosi nel cantiere, il primo cambiamento significativo si nota dall’affaccio alla zona biglietteria e bookshop. Una porta a vetri la renderà più visibile e la parte ricavata per il pubblico è diventata molto più ampia.
Due finestre che in quella stanza davano sull’esterno sono state trasformate: una in un nuovo ingresso che consentirà l’accesso del pubblico al sito anche in orari di chiusura del museo, oggi non consentito; l’altra ha lasciato spazio all’istallazione di un ascensore, che consentirà finalmente anche alle persone con difficoltà motorie di accedere al primo piano.
Qui, salendo in questo caso dalle scale, sulla sinistra è stata ricavata una stanza per il personale e poi, dopo un disimpegno, sempre sulla sinistra, si trovano ora gli spazi che verranno destinati agli uffici. Lì si riunirà anche la commissione del Civico Museo della Risiera di San Sabba. Proseguendo sullo stesso piano si attraversa la biblioteca «che fungerà anche da sala lettura, con cinque nuove postazioni per studio e ricerche», riferisce Rossi. In tutti i piani dominano tra gli elementi la pietra e il legno. La sala più ampia resta quella destinata delle conferenze.
«Qui ci saranno – illustra Anna Krekic, conservatrice della Risiera – interventi a livello di tecnologia (ad esempio la dotazione di mega schermi) e di impiantistica, con un restauro degli arredi di Boico». Questo «per creare – precisa Rossi – un ambiente dove ci possa essere spazio per l’approfondimento», perché l’obiettivo del Comune è che «uscendo da qui il visitatore senta che in lui qualcosa è cambiato», aggiunge Krekic.
Il progetto esecutivo degli allestimenti e degli arredi di questi spazi è stato redatto dall’architetto Corrado Pagliaro. Cambierà anche l’illuminazione.
Salendo al secondo piano, ci si imbatte in spazi «fino ad ora mai sfruttati – spiega il referente tecnico dei musei civici Adriano Tius – e che ora diventeranno utili per lo stoccaggio di materiale, e dotati di tavoli da lavoro utili anche per l’attività di allestimento».
Ovviamente nulla va a toccare la parte storica della Risiera, che mantiene intatta la sua solennità.
Il sito museale dal 2018 ha goduto di finanziamenti ministeriali «di circa 3 milioni di euro – illustra Rossi – destinati alla tutela degli edifici storici». Tre le fasi di intervento. La prima da 700 mila euro, conclusasi nel 2024 – salvo la sistemazione dello storico cancello di ingresso – ha riveduto gli ingressi, abbattuto delle barriere architettoniche. Un milione di euro copre invece i lavori che hanno previsto appunto l’installazione dell’ascensore, e stanno andando a ridisegnare le zone della biglietteria, il primo e il secondo piano.
Una parte del finanziamento è stata destinata poi alla gestione della Risiera: dall’acquisto di materiale didattico all’organizzazione di mostre, fino agli interventi per risolvere la questione della capienza, emersa nel 2023. Quando in occasione del 25 aprile centinaia di persone sono rimaste fuori, venendo escluse dalla commemorazione. La capienza era allora di 600 persone, passata a 2.200 «dopo la definizione di un piano dettagliato di evacuazione e sicurezza, condiviso in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica», precisa Rossi. Ma anche quell’incremento non evitò difficoltà d’accesso e critiche da parte delle associazioni e di chi ha atteso a lungo prima di poter entrare o non ci è riuscito neppure. Proprio oggi il tema del contingentamento dei controlli sarà al centro di un incontro tra il sindaco, Rossi e alcune associazioni culturali legate alla Memoria. —
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