Ronchi apre il ricordo Aquileia e Redipuglia aspettano Mattarella

Luca Perrino / RONCHI
L’appuntamento più importante è la nuova visita in regione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, mercoledì 3 novembre, si recherà prima ad Aquileia e poi a Redipuglia. In occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della patria, infatti, il Capo dello Stato deporrà una corona d’alloro al cimitero degli eroi sulla tomba di Maria Bergamas, la madre simbolo dei caduti sul fronte del Carso, che fu chiamata nel 1921 a scegliere tra undici bare la salma del figlio da inviare a Roma affinché fosse sepolta nel Monumento al Milite Ignoto del Vittoriano.
Mattarella si recherà poi nella basilica di Aquileia per una visita e successivamente si trasferirà al sacrario di Redipuglia prima del ritorno nella capitale. In attesa di questo evento già ieri si sono svolte le prime cerimonie in occasione della giornata dedicata all’unità nazionale e festa delle forze armate. A Ronchi dei Legionari il sindaco, Livio Vecchiet, assieme alle associazioni combattestiche e d’arma, la Pro loco, i donatori di sangue e il gonfalone decorato con medaglia d’argento, ha posto due corone d’alloro, al monumento alla Resistenza di piazza Unità ed a quello dedicato ai Caduti di via San Lorenzo. «In queste due tappe – spiega – ricordiamo e non dimentichiamo quanto accaduto nel nostro passato. Il periodo che stiamo vivendo non è facile. La pandemia, la crisi economica la mancanza di lavoro, il futuro incerto dei nostri giovani, la difficoltà di costruire nuove famiglie, la mancanza di coesione nella nostra classe politica, stanno rendendo difficile il cammino della nostra democrazia. Le due tappe di oggi ci hanno parlato di unità nazionale, della Prima guerra mondiale con Trieste che ritorna all’Italia, e della seconda guerra mondiale con l’Italia liberata dagli alleati al Sud e dai partigiani al Nord. Sono esempi per cui centinaia di migliaia di uomini sono morti, per unire il nostro Paese e per dare senso alla vita, per creare una nazione. Oggi più che mai, abbiamo bisogno di unità, di coesione sociale, di coesione politica. Non possiamo permetterci passi falsi, non possiamo permetterci derive di ribellione verso le decisioni che vengono assunte dal governo. Il rischio è l’implosione sociale del nostro Paese e la povertà diffusa». —
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