Ronchi, restaurato il primo aereo uscito dalla Meteor

Si tratta di un “P-0”, prototipo di velivolo teleguidato Sarà esposto per la prima volta con una cerimonia ufficiale
Bonaventura Monfalcone-12.10.2011 Aereoplano radiocomandato Meteor d'epoca-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-12.10.2011 Aereoplano radiocomandato Meteor d'epoca-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

di Luca Perrino

RONCHI DEI LEGIONARI

Che sia il primo passo verso la costituzione, a Ronchi dei Legionari, di un museo dedicato alla storia ed alle tradizioni aeronautiche? Il segnale potrebbe essere questo. Lunedì, infatti, nell'atrio del palazzo municipale, verrà presentato il completato restauro del “P-0”, prototipo del velivolo teleguidato realizzato negli anni Sessanta dalla Meteor, l'industria aeronautica ed elettronica fondata da Furio Lauri e che alcuni anni orsono è stata acquisita dalla Selex Galileo del gruppo Finmeccamica.

È stato un gruppo di ex dipendenti a ottenere in uso il velivolo e, in questi mesi, a sottoporlo a un rigoroso restauro. Un fatto storico per la città, un territorio che da sempre ha convissuto con realtà del settore aeronautico come l'aeroporto, la caserma dell’Aeronautica Militare e, appunto, la Meteor, ma che di questa peculiarità non ha mai fatto un valore aggiunto. Da anni si sente parlare di un museo e di un monumento che metta in risalto questa grande particolarità del territorio, ma fino a oggi tutto ciò è rimasto lettera morta. Il lavoro degli ex dipendenti, davvero pregevole e molto bello anche da un punto di vista estetico, è stato però “sposato” dalll’amministrazione comunale, la quale ha organizzato la cerimonia ufficiale, promossa dall'assessorato alla Cultura lunedì pomeriggio. Si tratta di un elemento che fa parte della storia aeronautica di Ronchi dei Legionari e di quello stabilimento nel quale hanno lavorato e lavorano centinaia e centinaia di ronchesi.

È il 1959 quando la Meteor inizia a interessarsi di un nuovo avvincente settore, quello degli aerei senza pilota RPV (remote pilot vehicle) costruiti in materiale composito, da impiegarsi come aerobersagli per l’addestramento delle artiglierie terrestri e navali e per missioni di ricognizione. Nasce così il “P-0”, prototipo a costruzione lignea con motore da 120 o 240 cavalli, al quale fanno seguito il “P-1”, il “P-2” con motore a otto cilindri, il “P-X” e altri ancora. La produzione si intensifica, la forza lavoro arriva a 60 dipendenti e la società si affina nel settore dell’elettronica. Nel 1960 inizia la fase della cooperazione internazionale e del potenziamento della società, che conta un centinaio di dipendenti, in particolare impegnati nel settore radio ed elettronica. Nel 1965 alla Meteor viene affidata la manutenzione e l’impiego dell’aerobersaglio francese con motore a getto “CT 20” e nel 1967 inizia la produzione su licenza delle componenti elettroniche dell’aerobersaglio “KD” della Northrop. Il personale è giunto ormai a 120 unità e l’incremento della produzione e della ricerca impone una nuova sistemazione: la sede nell’aeroporto è ormai insufficiente e viene scelto il contenitore dell’ex cotonificio di Vermegliano, nato verso la fine del 1800 e che aveva cessato l’attività al termine del Secondo conflitto mondiale.

L'avventura della Meteor è iniziata nel marzo del 1947. Nei campi di questo tormentato Nord-Est giacciono decine di velivoli inglesi tipo Auster e di americani Farchild, possono essere venduti o recuperati come rottami. Ma con arte vengono anche portati a Ronchi dei Legionari e rimessi in efficienza.

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