Roseto tagliato, Cosolini: "Vandali travestiti da eroi»

Il sindaco interviene duramentesulla pulizia della Scala dei Giganti: «La potatura era già in programma». L’assessore Martini: «Segnalate in Procura una decina di persone per manomissione di bene pubblico»
Il gruppo di anonimi giardinieri al lavoro ieri mattina (Foto Lasorte)
Il gruppo di anonimi giardinieri al lavoro ieri mattina (Foto Lasorte)

Beato il Comune che non ha bisogno di eroi. Tanto peggio se mascherati. Roberto Cosolini, sindaco di Trieste, non ci sta. E, presa carta e penna, ha deciso di scrivere sugli Anonymous del Tlt che ieri si sono ribattezzati come gruppo Oliver Hardy. «Parto da quello che è stato forse l'aspetto più eclatante ovvero il tentativo via web di creare consenso attorno a un gesto di vandalismo facendolo passare quasi per "impegno civico" di fronte all'inerzia delle Istituzioni - scrive il primo cittadino -. Paradossale eppure qualcuno ci crede!». Cosolini, insomma, non ringrazia gli improvvisati giardinieri che hanno provocato “il danneggiamento dell’alabarda della Scala dei Giganti”.

Un’«impresa» che ha sollecitato l’intervento dei vigili urbani. «La polizia locale ha costantemente monitorato la zona - spiega il vicesindaco Fabiana Martini - identificando un gruppo di persone tra venerdì e ieri (una decina). Tutte segnalate alla Procura della Repubblica per manomissione di bene pubblico».

Il Comune, insomma, non ha dormito. «È bene dire innanzitutto - spiega il sindaco Cosolini - che una settimana fa di prima mattina a scoprire il fatto è stata l'impresa che su incarico del Comune si accingeva ad una potatura invernale in vista della fioritura di primavera e quindi quella dell'inerzia è una solenne mistificazione. E si può continuare ricordando che tutti i contribuenti di Trieste, tutti noi, in quota parte, pagheremo, come per ogni gesto di vandalismo sul bene pubblico, di tasca nostra il danno causato dai "nostri eroi" mascherati».

Piante tagliate di netto nel roseto di San Giusto
Quel che resta del roseto dopo il raid (foto Lasorte)

Altro che eroi. Vandali, punto e basta. «Voglio sottolineare che in questo gesto c'è la roboante rivendicazione del diritto unilaterale di alcuni a decidere la sorte di un bene comune: i "nostri eroi" potrebbero allora decidere un giorno che una statua non sta bene dov'è, che non gli piace il nome di una scuola, che non gli va bene un senso unico, che possono "sanzionare", magari in modo violento, chi a loro insindacabile giudizio fa qualcosa che non va bene, ed eccoli pronti a farsi protagonisti di una "correzione" non attraverso la partecipazione civile e gli strumenti della democrazia, ma in nome del loro assurdo diritto unilaterale».

«Avessero voluto dare una mano - continua il sindaco - avrebbero potuto, come tutti i cittadini di Trieste, candidarsi a curare uno spazio verde, un giardino, un prato. Ma i "nostri eroi" non perdono tempo in questo modo!».

Il finale è brechtiano. «Viviamo un momento difficile e la storia ci insegna che in situazioni simili quando si sono rovesciati i paradigmi della civiltà, quando si è invertita la scala dei valori, sono arrivati tempi cupi - conclude il sindaco -. Allora non accettiamo che i vandali si vestano da eroi, che i violenti passino per giustizieri o che l'inciviltà diventi mito da applaudire ed emulare».

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