Rudy Fritsch, l’artista del tattoo «Dipingo solo chi ha buon gusto»
Rudy Fritsch, classe ’70, è un tatuatore triestino apprezzato in tutta Italia e all’estero. Specializzato nel tatuaggio classico, i suoi lavori sono noti soprattutto per gli scenari surreali, le fabbriche fumanti e i simboli che possono rimandare all’esoterismo.
Rudy, da quanti anni fai questo lavoro?
L’ho iniziato nel ’91 e ho aperto il mio primo studio nel 1995, quando avevo venticinque anni.
Com'è nata la passione per i tatto?
Come tutte le passioni: per passione (sorride). Mi sono avvicinato piano piano al tatuaggio. Il primo me lo sono fatto nell’’ ‘84, quando avevo quattordici anni, il secondo a sedici. Siccome ho frequentato da sempre scuole di disegno, poi il liceo artistico a Venezia e l’ Istituto d’arte europea a Milano, ho cercato di unire alla passione per il disegno quella per i tatuaggi.
Questo mestiere te l’ha insegnato qualcuno o hai fatto da solo?
Ho imparato da solo, sono un autodidatta.
Ti ricordi ancora il tuo primo cliente?
Il mio primo cliente risale al tempo del mio servizio militare, quando facevo ancora i tatuaggi a mano, con ago e china.
E il tuo primo tatuaggio?
Credo fosse un disegno astratto nero, tipo tribale.
Quante persone hai tatuato?
Non saprei dirlo, comunque tantissime. Calcola 22 anni di tatuaggi, ogni giorno, sono generazioni.
Come si diventa tatuatori?
Tutti possono fare tatuaggi, ma non tutti sanno farli bene. Tutti possono disegnare, ma la differenza la fa il livello di bravura.
Preferisci tatuare a colori o in bianco e nero?
Mi è indifferente. Ci sono soggetti che preferisco fare a colori e altri che preferisco in bianco e nero. Dipende molto dal disegno.
Che soggetti preferisci?
I soggetti miei. I disegni che faccio io. I miei disegni hanno tratti molto netti e grafici. Sono riconoscibili a causa della forte presenza del nero e dell'uso che faccio dei colori. Riguardo ai soggetti, posso dirti che disegno iconografie classiche, religiose e spesso esoteriche, ad esempio il triangolo con l'occhio onniveggente.
Ti sei mai rifiutato di eseguire un tatuaggio?
Sì, in soggetti privi di gusto. Più che altro è dipeso da come si è posto il cliente.
Tatui anche a mano libera. Quando lavori ti senti sotto pressione per la paura di poter sbagliare?
La pressione si sente solo nei primi anni, poi con l’esperienza capisci che è un po’ come disegnare sulla carta.
Giorgia Slokar
Classe 4.a B
Liceo Prešeren
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