Salesiani pronti: a Gorizia i minori della Sea Watch
![A coastguard boat approaches the German humanitarian group's rescue boat Sea Watch 3, to deliver food and blankets for the cold, off the coast of Syracuse, Italy, Sunday, Jan. 27, 2019. The Italian coast guard is bringing socks, shoes, bread and fruit to 47 migrants who have been stranded at sea for nine days aboard a German ship. (ANSA/AP Photo/Salvatore Cavalli) [CopyrightNotice: Salvatore Cavalli]](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/f5c8c843-068c-49ac-b04b-f408364af7a3/0/salvini-ok-sbarco-sea-watch-solo-se-poi-trasferiti.webp?f=16%3A9&w=840)
TRIESTE «Siamo disponibili ad accogliere i minori presenti a bordo della Sea Watch nelle nostre strutture tra le quali quelle di Udine e Gorzia». Lo annuncia la rete dei “Salesiani per il sociale - Federazione Scs/Cnos”, spiegando che alla base di questa scelta c’è la volontà di rispondere agli appelli di Papa Francesco e del segretario generale della Cei, Stefano Russo. Don Giovanni D’Andrea e don Carmine Ciavarella, rispettivamente presidente di Salesiani per il sociale e delegato nazionale per l’Emarginazione e il disagio, parlano di un gesto vero e concreto per festeggiare la prossima ricorrenza di Don Bosco, fondatore dei Salesiani, che accolse senza alcuna distinzione i giovani poveri della Torino dell’800.
È questo dunque un altro tassello che si aggiunge alla vicenda della Sea Watch, che ha visto sabato il pediatra neonatologo (in servizio al Burlo di Trieste) Pierpaolo Brovedani lanciare un appello all’apertura dei porti e delle strutture del Fvg che ieri, tra il personale sanitario, ha superato quota 500 firme da tutta Italia.
Dopo che il governatore del Fvg Massimiliano Fedriga aveva stigmatizzato l’iniziativa come politica, a intervenire - mentre già Pd, Leu e Cgil si sono schierati coi medici - è la deputata Pd Debora Serracchiani, che annuncia di aver firmato la petizione del Comitato per la difesa della Costituzione di Trieste - stesso appello lanciato da Brovedani, ma aperto ai non sanitari - che ha superato quota 700 sottoscrizioni su change.org. «In Fvg c'è un presidente di Regione che crede di essere Orbán - così Serracchiani riferendosi al premier ungherese - e che vorrebbe imbavagliare oltre 500 medici che esprimono pubblicamente le loro convinzioni sulla necessità che le 47 persone della Sea Watch siano sbarcate per ragioni umanitarie.
Il punto preoccupante non riguarda solo la questione “sbarco sì-sbarco no”, ma il diritto di parola che, secondo Fedriga, 500 medici non avrebbero come categoria, in quanto personale di strutture pubbliche regionali. Siamo alla follia. Fedriga - così Serracchiani - pensa alla militarizzazione degli operatori pubblici della sanità. Siamo a un passo dal regime, perché i firmatari, la cui lista è pubblica, sono fatti oggetto di una minaccia indiretta, ma chiarissima. In Fvg la sanità è infatti in capo alla Regione autonoma e si può immaginare quali effetti intimidatori può provocare un presidente di Regione che accusa i medici di “utilizzare la propria professione per alimentare scontri di carattere ideologico” e che annuncia di inviare ai vertici degli ospedali e delle strutture pubbliche una lettera per “chiarire” il comportamento dei medici firmatari».
Fedriga ha risposto a Brovedani con una lettera i cui contenuti erano già stati anticipati domenica. «Al momento - spiega il neonatologo - non ho ricevuto nulla, penso però non sia corretto che un organo istituzionale usi prima Facebook per comunicare. Fedriga nega l'esistenza di emergenza sanitaria. Posso concedergli l'ignoranza della medicina, ma dovrebbe considerare che: l’inagibilità dei servizi igienici in un luogo chiuso è la potenziale causa di gravi epidemie; l’esposizione alle intemperie provoca serie infezioni respiratorie;
la contenzione prolungata in luogo limitato causa reazioni comportamentali imprevedibili e potenzialmente pericolose per l’incolumità; è inutile dire che la Corte europea ha appena condannato l'Italia per l'emergenza sanitaria. Il governatore inventa anche un codice di comportamento sui generis per tappare la bocca ai medici.
È inquietante - così Brovedani - il tipo di società che traspare da questa sua originale idea. Il medico, in quanto cittadino, ha il diritto e dovere di esprimersi su tutte le questioni sanitarie inerenti la salute, lo impone l'articolo 3 del codice etico». Ai firmatari dell’appello, sottolinea Brovedani, interessa comunque prima di tutto che i migranti non debbano più stare in mare.—
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