Salva la tradizione del primo tuffo Ma questa volta senza pubblico

il caso
Primo tuffo di Capodanno senza pubblico per Mario Cigar, l’arzillo 79enne che anche ieri, come tradizione ogni primo dell’anno, si è lanciato in mare dal porticciolo del Cedas. Un evento che si è svolto per la 58esima volta e che, in genere, attira centinaia di persone pronte ad applaudire l’impresa. Questa volta però, a Barcola, c’erano solo un paio di triestini, probabilmente residenti, a passeggio sul lungomare durante la mattinata. Una scena insolita visto che, di solito, Barcola è affollata da gruppetti di persone che si scambiano gli auguri o camminano per smaltire cenoni.
Ieri invece Cigar si è presentato per il suo rito davanti a una platea vuota. Niente spettatori a realizzare foto e video, poi puntualmente pubblicati sui social per mostrare l’agilità dell’uomo che, alla soglia degli 80 anni, ama ancora tuffarsi in pieno inverno, specie il 1 gennaio , per un saluto beneaugurante. Cigar si è concesso un bagno “spettacolare” anche a Natale, in quel caso davanti alle telecamere di Telequattro, ma comunque, pure quel giorno, senza la folla in attesa all’asciutto. Del resto Cigar, come ama spesso raccontare, si tuffa in mare tutto l’anno, considerando le nuotate, anche con il freddo, un toccasana per la salute.
Da un po’ di anni non è il solo a scegliere il rito scaramantico a Capodanno. Il primo giorno del 2020 e anche nel 2019 anche altri triestini hanno scelto una nuotata veloce per dare il benvenuto all’anno nuovo. Bagni rapidi, considerati piccole imprese coraggiose, che sfidano le temperature rigide, un’idea archiviata da molti quest’anno a causa delle restrizioni legate alla zona rossa. Per lo stesso motivo non si terrà il “clanfin della befana” promosso ogni anno dal gruppo Nimdvm il 6 gennaio, a scopo benefico, un tuffo di gruppo con l’obiettivo di raccogliere fondi da donare a famiglie in difficoltà. Iniziativa fermata dalle misure anticontagio attualmente in vigore. —
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