Salvini e Gelmini dicono no

Lo ha intonato Salvini ed è scattato l’unisono delle voci: «Monfalcone libera! Monfalcone libera! Monfalcone libera!». Una sorta di scossa elettrizzante, prima di chiudere con il brindisi al Vitigno.
Il segretario nazionale della Lega Nord è stato accerchiato dai fans. Ad uno ad uno, in posa per la foto-ricordo. Lui si è prestato con il suo piglio diretto, senza preamboli o risparmi di fronte alla sequela di monfalconesi pronti a farsi immortalare. Una ragazza ha consegnato il suo cellulare per mettersi a fianco di Salvini e salvarvi la foto. Giovani presi dall’entusiasmo di poter stringere la mano al “leader maximo” del Carroccio. Di scatti in posa ce n’erano anche per la Cisint, richiesta da più parti per “sigillare” una serata carica di fiducia e speranza nella «svolta epocale».
«Facciamoci sentire», preannunciava ieri Paolo Venni, prima dell’arrivo della candidata sindaco al gazebo e degli ospiti attesi. E alla fine quell’urlo liberatorio.
Salvini, così come Gelmini, ha mantenuto il “doppio binario”, insistendo a più riprese sul parallelo «consequenziale» tra le amministrative monfalconesi e il referendum costituzionale. Con un unico obiettivo: «Mandare a casa Renzi e mandare a casa il sindaco di centrosinistra uscente».
Gelmini ha rintuzzato i termini della battaglia referendaria: «Sapete quante persone al governo elette in uno schieramento traghettano in altri partiti? Trecento. Diciamo no al referendum anche perché questi cambi di casacca rimarrebbero».
Altro ancora i costi della politica: «Sapete quanto si risparmierebbe con la riforma di Renzi? Meno di 50 milioni di euro. L’aereo di Stato di Renzi ne costa 168 di milioni che potrebbero invece essere spesi diversamente». Salvini ha aggiunto: «Il no di dicembre è un no di speranza e di difesa. Di difesa dalle direttive europee che entreranno nella Costituzione. Dobbiamo tornale ad essere padroni delle nostre città, delle nostre aziende, delle nostre banche. Non siamo schiavi di nessuno».
Applausi a getto continuo. Il segretario del Carroccio ha augurato un «in bocca al lupo», perché, ha aggiunto, «fare il sindaco con i tempi che corrono non è facile. E qui è difficile migliorare. Ma mi piacciono le sfide difficili».
Tanto difficili, che ha preannunciato: «La prossima settimana sarò ospite da Vespa. Lo dirò con soddisfazione: “Monfalcone è stata liberata!».
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