San Giusto d’oro a Tamaro «Lo dedico a mio padre»

Sala del Consiglio affollata per la consegna del premio alla scrittrice: «Coincidenza singolare e simbolica» con i vent’anni dall’uscita di “Va’ dove ti porta il cuore”
Di Giulia Basso
Lasorte Trieste 10/01/14 - Sala Consiglio Comunale, Premio S.Giusto d'oro a Susanna Tamaro
Lasorte Trieste 10/01/14 - Sala Consiglio Comunale, Premio S.Giusto d'oro a Susanna Tamaro

Che il San Giusto d’Oro, il tradizionale riconoscimento dei cronisti giuliani a personaggi che si sono distinti per aver dato lustro al nome di Trieste in Italia e nel mondo, le sia stato assegnato a vent’anni esatti dall’uscita del suo romanzo più celebre, quel “Va’ dove ti porta il cuore” che con i suoi 16 milioni di copie è diventato un bestseller mondiale, è «una coincidenza singolare e simbolica». Scrive così Susanna Tamaro sul Libro d’Oro del Comune in occasione della consegna di quello che lei scherzosamente definisce «il Nobel dei triestini». Un premio, rappresentato dalla statuetta opera dello scultore Tristano Alberti messa ogni anno a disposizione dalla Fondazione CRTrieste, che la scrittrice triestina, cui ieri è stato consegnato nel corso di una affollatissima cerimonia nella sala del Consiglio comunale, ha voluto dedicare a suo padre, che ogni anno insistentemente le diceva: «Ma come, l’hanno ricevuto tutti e a te ancora non lo danno?» «La sua candidatura era alla nostra evidenza da almeno un decennio – ha spiegato Furio Baldassi, vicepresidente del Gruppo Giuliano Cronisti -, ma ci dicevamo sempre “è ancora troppo giovane”, un discorso che a Trieste, chissà perché, funziona sempre. Ma Susanna non meritava di aspettare oltre, così quest’anno ci siamo decisi».

E l’annata è davvero di quelle ideali, perché non solo il 21 gennaio prossimo la scrittrice festeggerà i vent’anni dalla pubblicazione del suo successo planetario, ma il 29 gennaio uscirà finalmente per Bompiani anche il suo romanzo d’esordio, quell’«Illmitz» terminato nel 1981 ma finora inedito, che, ricorda il giornalista del Piccolo Alessandro Mezzena Lona, era stato letto e apprezzato fin dall’inizio da Claudio Magris e Giorgio Voghera, che tentarono in ogni modo, senza successo, di farlo pubblicare.

Essenzialmente schiva e poco propensa a parlare in pubblico «per paura di annoiare», come ha ribadito anche in occasione di questa cerimonia, la scrittrice triestina nel ringraziare la città per il riconoscimento ricevuto ha ricordato prima la difficoltà per gli scrittori triestini «nel farsi accettare al di là di Monfalcone» e poi la grande emozione per il successo mondiale di “Va’ dove ti porta il cuore”. «Mi sono emozionata nel ricevere, per esempio, un pacco dal Giappone contenente, in splendida calligrafia ideogrammatica, la frase del mio libro “Se la vita è un percorso, è un percorso che si svolge in salita”, la stessa che trovai poi scritta in una banconota da 1000 lire. O nell’incontrare, in un ascensore a Quito, un signore che stava leggendo proprio il mio libro. Oppure quando in India mio fratello incontrò per affari un malese musulmano di 60 anni che, una volta scoperta la parentela, gli chiese di parlare, anziché di business, del libro che avevo scritto».

«Nessuno scrittore italiano del ‘900 è riuscito a emozionare tanto con un libro», ha detto Mezzena Lona sottolineando il carattere lineare del percorso letterario di Tamaro, per cui «ogni suo libro ha qualcosa che rimanda a una sua opera precedente e costruisce un ponte per quella che verrà dopo». «Susanna è testimone di quanto Trieste sia una città di grandi talenti e di grande tradizione letteraria, una tradizione che continua ai giorni nostri – ha affermato il sindaco Roberto Cosolini -. Attraverso la sua opera fa conoscere Trieste nel mondo e spinge anche noi triestini ad interrogarci sulla nostra identità».

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