San Lorenzo Isontino stoppa la centrale a biomasse

Previsto dall’ex sindaco Razza il progetto viene ora giudicato non sostenibile Addio anche alla rotatoria al posto del semaforo sulla Sr56
Bumbaca Gorizia 25.11.2019 San Lorenzo incrocio semaforico ex Winkler © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 25.11.2019 San Lorenzo incrocio semaforico ex Winkler © Foto Pierluigi Bumbaca



Niente più rotonda al posto del semaforo intelligente sulla Sr56 a San Lorenzo Isontino, dove non si farà più, almeno per ora, neanche la programmata centrale a biomasse. L’amministrazione Clocchiatti, insediatasi nella scorsa primavera, fa infatti decisa retromarcia su due delle principali opere che avevano contraddistinto la precedente amministrazione guidata da Bruno Razza.

Le scelte sono motivate con ragioni economiche: in sostanza, costerebbero troppo rispetto ai conseguenti effetti positivi. «Confermo, la rotonda non si farà», sottolinea il sindaco Ezio Clocchiatti. La rotatoria, che avrebbe dovuto sostituire l’attuale semaforo intelligente sulla Sr56, avrebbe avuto un costo complessivo di circa 420 mila euro, fondi in arrivo dall’Uti: 10 mila di questi sono già stati spesi perché l’amministrazione Razza aveva incaricato uno studio tecnico di redigere il relativo progetto. «È stata finanziata solo la progettazione – continua Clocchiatti – ma si tratta di un’operazione non percorribile non solo per l’alto costo ma anche perché tocca alcune proprietà private in modo pesante. L’attuale semaforo basta e avanza: non c’è bisogno di opere impattanti e costose in quel punto. Di rotatoria ne faremo un’altra, su via Pottendorf, di fronte all’ex caserma: lì si che ne serve una assolutamente perché rallenterebbe in modo significativo la velocità di chi entra in paese. Il costo? Attorno ai 170 mila euro».

Ma la rotatoria sulla strada regionale 56 non sarà l’unica grande opera che a San Lorenzo non vedrà continuità amministrativa tra giunta Razza e giunta Clocchiatti: anche il progetto sulla centrale a biomasse, infatti, sarà messo in naftalina, almeno per ora. «Si tratta di una struttura difficile da gestire – motiva la scelta il sindaco –. Abbiamo solo due operai comunali a disposizione, ed una centrale a biomasse andrebbe controllata costantemente con maggior personale. È vero che sotto il profilo ambientale sarebbe un passo in avanti, ma il rapporto costi-benefici non sarebbe sostenibile. Il gioco, insomma, non vale la candela: per ora abbiamo deciso di chiedere la cosiddetta proroga in esecuzione, faremo solo una parte dell’intera opera». Così, invece, degli 84 mila euro previsti per la realizzazione della centrale a biomasse, ne saranno spesi solo 30 mila per la messa in opera di una caldaia di soccorso in parallelo, sempre nei pressi del municipio. «Intanto abbiamo installato la caldaia a gas – aggiunge Clocchiatti –, poi nei prossimi giorni incontrerò i tecnici regionali per capire cosa sia meglio fare: è sempre seccante rinunciare ad un contributo regionale ma la domanda che dobbiamo porci è se quell’investimento sia utile nel suo complesso». –



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