Sandalj, continua la crescita nel caffè

Il solco tracciato da Vincenzo Sandalj è stato profondo e a poco più di un anno dalla sua prematura scomparsa l’omonima azienda triestina leader in Italia nell’importazione ed esportazione del caffé crudo, come sottolinea una nota, «conferma il trend di crescita e consolida la propria struttura amministrativa e organizzativa». Recentemente è entrata a far parte del consiglio di amministrazione quale azionista di maggioranza la figlia di Vincenzo, Theresa Sandalj, che sta attualmente frequentando il master in Finanza alla Hult international business school di Londra. Rappresenta la terza generazione di imprenditori al vertice essendo stata fondata l’azienda dal nonno Antonio nell’immediato dopoguerra. La Sandalj, che ha 15 dipendenti, ha chiuso il 2013 con un fatturato di oltre 25 milioni di euro e movimenta annualmente 150mila sacchi di caffé che corrispondono a 9mila tonnellate. Vanta oltre sessant’anni di esperienza nell’importazione di grani verdi da tutte le origini ed è oggi un punto di riferimento per oltre un migliaio di torrefattori in Italia e nel mondo.
Alla presidenza della società c’è Enrico Venuti, anche amministratore delegato per l’area commerciale, che ha affiancato Vincenzo Sandalj per 26 anni. «La nostra attuale mission - spiega - deriva dalla volontà di innovare, dall’estrema curiosità e dalla tensione per superare gli standard che erano propri di Vincenzo. Nuove piantagioni, nuovi produttori e coltivatori, cambiamenti climatici e di processo determinano una materia prima sempre diversa e con caratteristiche da scoprire: la capacità di afferrare questi cambiamenti e di portarli al cliente fa parte della logica aziendale e trova un riscontro positivo specialmente tra gli operatori più giovani». Maurizio Rossmann è amministratore delegato dell’area Amministrazione e finanza e vanta competenze a livello internazionale anche in virtù di un precedenza esperienza nel settore dello shipping. Edy Bieker, amministratore delegato per l’area Qualità e formazione con circa 35mila tazzine di espresso assaggiate ogni anno ha contribuito a realizzare percorsi originali che ben si sono integrati per 24 anni nella lungimirante visione di Vincenzo. Un paio di mesi fa al consiglio di amministrazione è stato rinnovato il mandato per il triennio 2014-2016.
Come rileva in particolare Edy Bieker, una novità del mercato è rappresentata dalla richiesta di miscele di caffé che vengono spesso affiancate all’offerta dei monorigine. Le miscele originali della Sandalj sono vendute in sacche da 30 chilogrammi, ma l’azienda è stata anche la prima a introdurre i barili da 15 e da 30 chilogrammi del pregiato caffé Jamaica blue montain precedentemente disponibili solo in barili di dimensioni molto maggiori. Analogamente la Sandalj è stata la prima a vendere caffé monorigine tracciabili in cartoni all’interno dei quali il prodotto è contenuto in due sacchetti sottovuoto. Per il Jamaica blue montain l’azienda triestina è l’unica in grado di fornire la certificazione del Dna per ogni lotto venduto. Un termometro dell’interesse verso l’attività della società triestina è anche l’aumentato numero di corsi di formazione al’Accademia del caffè, marchio registrato da Sandalj trading company, corsi rivolti sia ai clienti italiani che a quelli esteri.
Attraverso il porto di Trieste transita all’incirca il 30% del caffé importato in Italia, ne vengono movimentati all’incirca 10mila container all’anno e nei 40mila metri quadrati di magazzini a disposizione vi sono in giacenza quasi un milione di sacchi da 60 chili ciascuno.
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