Scontri a Trieste il 25 Aprile: due poliziotti feriti, la Digos apre un’indagine
Uno dei due agenti feriti ha riportato una prognosi superiore ai venti giorni. La Digos si sta muovendo per identificare tutti i responsabili

Gianpaolo Sarti
La Digos sta indagando sui gruppi di antagonisti ritenuti responsabili degli scontri del 25 aprile, anniversario della Liberazione, in via dell’Istria. Gli agenti hanno acquisito un consistente materiale video e fotografico che consentirà di identificare i facinorosi. Ed è possibile, come avvenuto in altri casi analoghi, che scattino alcuni arresti in differita proprio sulla base delle immagini ottenute dagli investigatori in fase di indagine.
Sull’episodio ora pesa il fatto che, diversamente da quanto era parso in un primo momento, due poliziotti del Reparto mobile di Torino sono rimasti feriti: uno ha una prognosi di tre giorni, l’altro – al quale è stato diagnosticato un trauma a una spalla – di oltre venti.
L’inchiesta della Digos mira a risalire a chi li ha colpiti, che quindi dovrà rispondere di lesioni aggravate. Per quanti hanno concretamente preso parte ai disordini si profilano invece i reati di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Anche i promotori del corteo (ma potenzialmente tutti i partecipanti) potrebbero avere conseguenze penali; la Questura, infatti, non era stata «debitamente» informata della manifestazione.
I gruppi presenti – un centinaio circa, appartenenti al Collettivo Burjana, all’associazione Odv Salaam Ragazzi dell’Olivo, ai No Green pass e oltre e all’Usb Trieste – erano partiti con uno striscione e fumogeni da Campo San Giacomo alle 8.50. Si erano incamminati lungo via dell’Istria in direzione di Valmaura, in Risiera, dove era prevista la cerimonia ufficiale del 25 aprile, preceduti dai poliziotti e dai carabinieri in tenuta antisommossa e muniti di mezzi blindati. Fino a quel momento la situazione appariva tranquilla.
Ma quando le forze dell’ordine avevano chiuso la strada ai manifestanti, poco dopo il Burlo, si era innescato il caos. La decisione di fermare in quel punto il corteo degli antagonisti aveva un chiaro obiettivo: rallentarlo, in modo che non potesse congiungersi con quello “regolare” promosso dal Comitato 25 aprile.
Tra gli antagonisti, infatti, erano stati riconosciuti vari individui ritenuti pericolosi. In effetti alcuni avanzavano a volto coperto indossando cappucci e caschi. Poi gli scontri, ripetuti. E il lancio di petardi e di bombe carta.
Circostanza, pure questa, che potrebbe avere un risvolto penale, anche perché un blindato della Polizia è stato danneggiato. Ma le bombe carta sono state fatte scoppiare anche successivamente all’esterno della Risiera, durante la cerimonia ufficiale.
«Potevano uccidere qualcuno – afferma il segretario regionale del sindacato di Polizia, il Sap, Lorenzo Tamaro - Gli antagonisti, dei veri professionisti del disordine, erano armati di mazze di legno, travisati e protetti da caschi e da uno striscione allestito ad hoc a difesa delle prime linee del corteo. Hanno lanciato numerose bombe carta contro le forze dell’ordine, due i feriti fra gli operatori di Polizia del Reparto mobile di Torino. Erano quindi organizzati e armati per la battaglia: la pericolosità degli ordigni è stata tale che uno di questi ha perfino bucato un mezzo blindato. Non si tratta di manifestanti, ma di criminali ai quali non era stato nemmeno autorizzato il corteo. Hanno attentato alla vita di chi garantisce il diritto di manifestare in maniera democratica e civile. Chi tra le forze politiche non prende le distanze da questi atti è altrettanto responsabile e complice».
D’accordo il segretario provinciale del sindacato, Simon Carfì, che esprime «profonda amarezza e indignazione per le ennesime e inaccettabili denigrazioni rivolte alle forze dell’ordine».
Sulla stessa linea il segretario provinciale del Siap, Marco Imburgia, che auspica una risposta «severa e inflessibile» nei confronti dei responsabili. «Il lancio di bombe carta è un reato grave». Solidarietà «a chi in divisa lavora per la tutela dei cittadini» pure da Alberto Polacco, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale. —
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