Scontri tra tifosi prima di Triestina-Brescia: 10 identificati, rischiano l’arresto
Sono ultras alabardati, ma analoga sorte spetta ai lombardi che hanno cercato il contatto con i tifosi rivali a Giarizzole

Identificazioni, denunce, Daspo, arresti. Gli scontri di domenica mattina dietro alla Curva Furlan del Rocco tra ultras del Brescia e della Triestina sono materia di indagine. La Digos lombarda e quella della Questura di Trieste stanno lavorando sulle due tifoserie, ciascuna sulla base delle proprie competenze territoriali, per risalire a chi ha preso parte alle violenze.
La Digos di Trieste ha già dato un nome e un volto a dieci ultras dell’Unione, ma probabilmente è un numero destinato a salire nelle prossime ore. Anche gli investigatori bresciani sono sulle tracce di svariati facinorosi, alcuni dei quali ben noti ai commissariati locali. Gli investigatori stanno passando al setaccio vari video sull’episodio. Il questore Lilia Fredella ha precisato che non ci sono fermi ma sono in corso le attività di identificazione.
L’inchiesta dovrebbe portare a qualche risultato concreto già oggi: oltre alle denunce e ai Daspo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) potrebbero partire anche alcuni arresti in “flagranza differita”, questa la definizione giuridica, fondati sulla base di documentazione video e fotografica ottenuta in fase di indagine.
La norma in materia prevede questa possibilità: cioè che dalle immagini emerga «inequivocabilmente» il fatto. La misura restrittiva deve scattare d’obbligo entro quarantotto ore dall’episodio, altrimenti decade. «Purtroppo – ha affermato il questore Fredella a margine della messa a San Giusto in occasione della ricorrenza del santo patrono – anche domenica abbiamo visto degli scontri che non sono esattamente il core business dello sport e abbiamo avuto qualche difficoltà a gestire questo arrivo dei tifosi, perché alcune macchine, alcuni minivan, si erano staccati dal convoglio e sono stati intercettati dopo che avevano avuto un contatto con dei tifosi della Triestina».
Domenica mattina il tifo organizzato bresciano, in arrivo con una fila di pullman e svariate auto (attesi circa 1.200 supporter), era stato seguito dalla Digos lombarda e successivamente accompagnato verso lo stadio dalle volanti della Questura di Trieste a partire dal Lisert e fino all’ingresso ospiti di via Valmaura, passando per la Grande viabilità. Ma una parte di ultras, a bordo di vetture e furgoncini (sembra presi a noleggio), è sfuggita al controllo: ha preso un’altra direzione arrivando al Rocco non dall’uscita di Valmaura della Gvt, ma a ridosso di via Flavia e quindi di Giarizzole dietro alla Curva Furlan.
Questa fetta di supporter – si parla di decine di bresciani – ha semplicemente sbagliato strada ritrovandosi per errore nel territorio degli ultras dell’Unione? L’ipotesi c’è, come confermano fonti della Questura. Ma l’atteggiamento agguerrito dei bresciani fa pensare ad altro: ci sono molteplici testimonianze di triestini che hanno visto sfilare i loro minivan mentre procedevano verso il Rocco suonando il clacson e lanciando petardi già da Coloncovez (sono stati visti in via Paisiello e via Zandonai, ad esempio).
Si sono fermati sul ponte di Giarizzole, scendendo dai furgoni e dalle auto impugnando bastoni, aste e fumogeni, per poi avanzare minacciosi lungo via San Pantaleone a ridosso della Curva Furlan. Proprio nella zona di ritrovo degli ultras alabardati. Non esattamente una visita di cortesia, insomma. I tifosi della Triestina hanno reagito, come documentano almeno due video, le cui immagini sono oggetto di indagine dall’altezza di via Inchiostri. Durante i tafferugli un agente della Digos di Trieste è rimasto lievemente ferito a un braccio.
Questi i reati che verranno contestati: la rissa, innanzitutto, aggravata dal fatto che è stata commessa in occasione di una manifestazione sportiva, e il porto degli oggetti «atti ad offendere». Peserà anche il fatto che molti avevano il volto travisato. —
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