Scontro tra Cgil e Elleuno

La cooperativa Elleuno non ci sta e, in risposta alle accuse di aver causato gravi disagi agli utenti che beneficiano dei servizi di domiciliarità, parte al contrattacco, definendo «un ostracismo evidente verso la nostra realtà» la nota emessa dalla Cgil-Funzione pubblica, con la quale il sindacato ha annunciato lo stato di agitazione degli addetti. La vicenda riguarda l’appalto dei servizi domiciliari per la provincia di Trieste, che dal primo marzo è stato assegnato a una delle principali società no-profit italiane. Un passaggio di consegne complesso e delicato, che ha portato numerosi interventi socio-sanitari, prima gestiti dal consorzio triestino Interland, nelle mani della Elleuno. Si tratta, nello specifico, dell’erogazione mensile di 3598 ore di assistenza alla persona, 4550 pasti e 1493 ore di pulizia.
La Cgil ha puntato il dito contro delle inefficienze che in diversi casi avrebbero coinvolto gli utenti, ai quali non sarebbero stati erogati i pasti con regolarità, e i lavoratori, vittime di un sistema organizzativo «lacunoso, che non consente di operare con la necessaria tranquillità». «Nulla di tutto ciò corrisponde a verità - precisa la presidente di Elleuno Anna Villa - . Non ci è stato comunicato alcuno stato di agitazione. Fin dai primi incontri, anzi, abbiamo sempre mantenuto un rapporto di collaborazione con i sindacati, cercando di confermare il personale impiegato in precedenza per garantire continuità al servizio». Per quanto riguarda il mancato recapito dei pasti, invece, Villa aggiusta il tiro sui numeri: «Quattro utenti (la Cgil ne segnalava sei, ndr) non hanno ricevuto il pasto a causa di un mancato aggiornamento informatico. I pasti consegnati giornalmente sono 136, per cui l’anomalia è rimasta al di sotto dell’uno per cento. Dopo una prima fase di rodaggio, necessaria affinchè tutti gli ingranaggi possano essere messi a regime, la consegna viene ora effettuata nei tempi stabiliti, dalle 11 alle 13. E difatti non sono stati più segnalati disservizi». Da parte sua il Comune, per voce del direttore d’Area Mauro Silla, si dice pronto a «stimolare l’appaltatore a migliorare il servizio domiciliare richiesto», anche attraverso la rilevazione della soddisfazione percepita dall’utenza. Anche se, ammette Silla, «nella prima fase di gestione possono verificarsi alcuni disservizi, che vanno considerati fisiologici entro certi limiti percentuali». (l.s.)
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