Sedia, il distretto non basta più
Aggiunge Snaidero: «Bisogna far riscoprire al mercato il legno come materia prima d'eccellenza, sulla quale il manzanese ha un know-how unico. Per questo – prosegue il presidente di Federlegno-Arredo – stiamo progettando un grande convegno sul tema che coinvolga architetti, designer e opinon leaders di fama mondiale. Infine – conclude – se il triangolo vuole davvero tornare protagonista sul mercato, bisogna che i tanti piccoli imprenditori comprendano, come hanno fatto i loro colleghi brianzoli il cui export è in crescita del 12% malgrado la forza dell'euro, che solo mettendosi insieme, facendo sistema, possono avere la forza di competere nel mercato globale».«Partiamo dalla constatazione – sostiene dal canto suo il presidente del gruppo giovani dell'Assindustria di Udine e contitolare di una storica azienda della sedia, Matteo Tonon – che attualmente il comparto italiano dell'arredo non sta andando male.
Quello che va particolarmente male è il distretto della sedia. Bisogna, allora, rendersi conto che è il prodotto sedia che da solo è troppo debole e non basta più. Oggi tutte le aziende del triangolo che vanno bene che hanno saputo diversificare la propria produzione usando nuovi materiali, oltre al legno, e altri prodotti che completano la proposta d'arredo. Allora – continua Tonon - gli enti di riferimento che vogliono aiutare il distretto devono sostenere il suo cambiamento».
«In tal senso -prosegue- sono perfettamente d'accordo con la fusione di Asdi e Promosedia, purché però il nuovo ente si concentri sullo sviluppo dell'evoluzione e del cambiamento del distretto, avendo il coraggio anche di fare scelte difficili, complesse e impopolari. Appurato che i processi di aggregazione nel manzanese non funzionano, bisogna per lo meno dare vita ad una politica di medio periodo che si apra ai mercati esteri, rinunciando alle politiche di solo breve periodo che sono la causa che ha frenato l'evoluzione del tessuto industriale, non alimentando nuove leve per lo sviluppo. Nella logica della necessità di andare a farsi conoscere all'estero il Salone della Sedia – conclude Tonon, aggregandosi al de profundis suonato da Snaidero – secondo me può anche chiudere, perchè il mercato non possiamo più crearlo facendo venire la gente a Udine, per quanto bello possa essere il Salone che riusciamo a creare».
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